Quello delle autonomie è un tema piuttosto in voga in queste ore. Il governo, infatti, dopo aver approvato la manovra di bilancio, è intenzionato a mettere il turbo sulle riforme da fare. Tra queste c’è quella delle autonomie che, se per Meloni è importante andarci piano, rappresenta un cavallo di battaglia per la Lega e quindi per il Ministro Calderoli. Quest’ultimo, presente ieri in Calabria, ha cercato di portare dalla sua parte il Presidente Occhiuto. Quelle del Sud, infatti, sappiamo essere tra le regioni maggiormente scettiche. Sul tema è intervenuto Stefano Bonaccini che non solo è candidato alla segreteria del Partito Democratico ma è anche un governatore. Dell’Emilia-Romagna. Ospite questa sera di Otto e Mezzo ha detto:

Il problema è che in questi anni ho visto troppi parlare di autonomia senza aver letto mai una riga delle proposte in campo – la premessa – essere contro a prescindere è un errore, ma il punto è che sia fatta bene.

Bonaccini sulle autonomie: il consiglio a Calderoli

Il ministro Calderoli – ha detto Bonaccini – è venuto in conferenza delle Regioni e gli abbiamo detto di ritirare la bozza che ci aveva portato perchè sbagliata in diversi punti le precondizioni sono la definizione dei Lep, intervenire affinchè ci sia una legge quadro discussa e approvata in Parlamento, togliere alcune cose divisive come parlare di fisco, scuola e sanità. Se invece l’autonomia differenziata, come chiede il Pd, affronta temi come la programmabilità delle risorse e la riduzione della burocrazia noi siamo disposti a discuterne.

Alla luce di questi dubbi il governatore ha consigliato al Ministro Calderoli di non fare il passo più lungo della gamba e di, prima di portare un disegno di riforma in Consiglio dei Ministri, interfacciarsi con le regioni. Lo ha fatto in questi termini:

Consiglio a Calderoli di non portare in Cdm una bozza senza prima averla discussa con le Regioni. Mi viene poi una domanda maliziosa: ma non è che lo vuole fare prima della elezioni in Lombardia?.

Poi ha aggiunto:

Io capisco le Regioni più in difficoltà che hanno il terrore di vedersi ridurre i fondi. Abbiamo imparato che bisogna organizzarsi e attrezzarsi per fare opposizione credibile con una cultura di governo”; una “opposizione credibile.

Bonaccini ha poi parlato del suo modo di intepretare il ruolo d’opposizione:

Un’opposizione credibile non è sguaiata né urlata, ma essere anche duri e severi quando non si condividono le cose Tuttavia, ogni volta che si è contrari bisogna avere un’alternativa pronta, e anche fare le cose insieme se serve.