Ong contro Governo: non si è fatta attendere la reazione delle Organizzazioni non governative che operano con i migranti dopo l’approvazione del nuovo decreto sicurezza, che include, tra le altre cose, un codice di condotta con multe e confische per chi non rispetta le nuove regole sui salvataggi in mare. Tra chi invoca la tutela del proprio Stato di bandiera e chi ha già annunciato di tornare a navigare nel Mediterraneo per continuare a salvare vite, è guerra. Al ministro Piantedosi dicono: “Venga con noi in mare”.

Ong contro Governo dopo il via libera al nuovo decreto sicurezza

Tra le misure del nuovo decreto sicurezza, messo a punto con un lavoro coordinato del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e della premier Giorgia Meloni e approvato dal Cdm lo scorso 28 dicembre, ci sono quelle che puntano a una stretta sulle attività delle Ong impegnate nella ricerca e nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo, attraverso un vero e proprio “codice di condotta”. Si prevede, in particolare, la possibilità per le navi di intervenire soltanto per i soccorsi sotto il controllo e le indicazioni delle autorità territoriali, formalizzando la richiesta di un porto sicuro dopo la prima operazione di salvataggio, senza sostare in mare per giorni e rinunciando quindi ai soccorsi multipli. In caso contrario, si prevedono delle sanzioni per il comandante, l’armatore e il proprietario, non solo di carattere pecuniario – attraverso una multa fino a 50mila euro – ma anche amministrativo, con l’eventuale fermo della nave, nonché, nei casi più gravi, con il sequestro e la confisca.

Ma le Ong non ci stanno e hanno già dichiarato guerra al Governo. Sea-Eye ha fatto sapere che non seguirà le nuove norme italiane, ma si appellerà alla legge tedesca. “Non seguiremo alcun codice di condotta illegale né qualsiasi altra direttiva ufficiale che violi il diritto internazionale”, ha dichiarato Annika Fischer, membro del consiglio di amministrazione della Ong, nata nel 2015 in Germania, a Ratisbona. E ha aggiunto: “Rifiutiamo questo codice di condotta sulle Ong e temiamo che ciò possa portare a conflitti con le autorità italiane. Ci aspettiamo che il governo tedesco ci protegga. Ci aspettiamo che tuteli le organizzazioni di soccorso in mare sotto bandiera tedesca dal comportamento illegale delle autorità italiane e ci sostenga con decisione in caso di conflitto”. “Qualsiasi ritardo nelle nostre operazioni mette in pericolo vite umane”, ha denunciato Fischer, ribadendo che sono pronti ad aiutare quante più persone possibili anche nel prossimo anno.

La prima nave a sbarcare in Italia con il nuovo provvedimento sarà la Ocean Viking di Sos Mediterranée, con 113 migranti a bordo, che dovrebbe arrivare nella tarda mattinata di domani, 31 dicembre, al porto di Ravenna. Più o meno alla stessa ora, l’imbarcazione di un’altra Ong, la Geo Barents di Medici senza frontiere, dovrebbe salpare da Augusta. Tutte si scagliano contro il nuovo pacchetto di misure sui migranti, denunciandone i rischi: “Quasi 1.400 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale nel 2022 – ha messo in luce Emergency -, la conseguenza di questo provvedimento sarà un aumento dei morti in mare”. Dalle pagine della Stampa, l’invito rivolto da Caterina Bonvicini – scrittrice e giornalista che ha lavorato sulle navi delle Ong come volontaria – a Piantedosi: “Venga con noi in mare per aiutarci a decidere chi deve vivere o morire”, scrive. E immagina poi un eventuale soccorso in mare con il ministro “Chi c’è, c’è. Chi non è pronto, resta sulla nave. È un peccato rimanere sulla nave, il Mediterraneo va visto molto da vicino. Lei mi ringrazia, l’aiuto a vestirsi in fretta, non è facile mettersi quei pantaloni, le stringo le bretelle. Mentre la gru ci cala nel buio, lei mi chiede: ‘Cosa faranno? Andranno verso il naufragio o verso il barchino pieno di acqua?’. ‘Non lo so’, le rispondo, ‘adesso si concentri su questo soccorso, agli altri penseremo dopo. Anche uno è tanto. Facciamone uno alla volta’”.