A Napoli una ragazzina è a processo per stalking virtuale nei confronti di una quasi coetanea per reati commessi in chat. I fatti risalgono a un anno fa quando l’adolescente, fingendosi un ragazzo, aveva iniziato a perseguitare una coetanea arrivando a minacciarla di “ucciderla e di scioglierla nell’acido”. Dopo la denuncia della vittima, adesso la ragazzina dovrà rispondere degli atti persecutori e delle minacce fatte in rete. Spacciandosi per un ragazzo dell’età della vittima, creando un’identità e facendo iniziare una storia d’amore sul web, la ragazzina era riuscita a conquistare la fiducia della sua vittima. Ma dalle carinerie, dai “mi piace” e dai “cuoricini” iniziali, si è passati a vere e proprie minacce che hanno condizionato la vita della coetanea. Fino alla denuncia e alle indagini della Procura del capoluogo campano culminate col processo del quale il 22 dicembre si è svolta l’udienza preliminare davanti al Tribunale dei minori.

Napoli, ragazzina a processo per stalking virtuale e minacce: come si era introdotta nella vita della vittima

La ragazzina, infatti, all’epoca dei fatti era minorenne e nel frattempo è divenuta maggiorenne, mentre la vittima è ancora minorenne. Tra le due pochi mesi di differenza di età. All’inizio, le due si incontrano sul web dando inizio a quella che può essere considerata una relazione virtuale. La maggiorenne si faceva chiamare “Raffaele”, un account fasullo con tanto di indirizzo di posta elettronica e account falsi. Dalle prime carinerie la ragazza è passata ad atti persecutori: dettava le regole dell’esistenza della vittima, organizzandole anche la giornata, prima di passare a scenate di gelosia, a litigi per un “mi piace” di troppo o per un commento sui social network non ritenuto opportuno. Infine sono arrivate le minacce: “Ti uccido”, “Ti sciolgo nell’acido”. Frasi oltre i limiti che hanno indotto la vittima a presentare denuncia. Nell’udienza di giovedì scorso, la ragazzina – difesa dall’avvocato Matteo De Luca – ha ammesso i fatti e le proprie responsabilità. Dal giudice ha ottenuto di essere messa alla prova: per tre anni dovrà condurre una vita irreprensibile. Solo in questo modo potrà estinguere il fatto e rifarsi un’esistenza senza macchie. Per l’altra ragazza, la vittima, di poco più piccola e ancora minorenne, un’esperienza amara che sicuramente non dimenticherà facilmente. Non poteva capire che dall’altra parte dello schermo ci fosse una quasi coetanea al posto del ragazzo che si faceva chiamare “Raffaele”. Quello che si potrebbe pensare come uno scherzo pesante, in realtà si è trasformato in una sorta di incubo nel quale la vittima ha faticato a uscirne, se non con l’intervento delle forze dell’ordine.

Vittime di cyber stalking, cosa fare?

Fenomeni come questi di stalking in rete, in realtà, sono più frequenti di quanto si possa pensare. Protetti dal virtuale e dalla possibilità di generare account e profili fasulli, gli stalker sono in aumento anche tra i minori che, come gli adulti, si macchiano di reati telematici, di minacce e di comportamenti persecutori. La Polizia Postale chiama il fenomeno “cyber stalking”, spiegando che “da quando Internet è entrato nelle nostre vite come spazio virtuale dove intessere relazioni, si sono manifestati nuovi potenziali rischi, tra cui il cyber stalking, cioè la versione online del reato di stalking, con cui si indicano quei comportamenti molesti e persecutori posti in essere attraverso i nuovi mezzi di comunicazione (e-mail, messaggistica istantanea, social network, eccetera.). La finalità – si legge ancora nella nota presente nella pagina pubblica – è quella di indurre uno stato di costante ansia e paura nell’altro. Le offese, le minacce, gli insulti e i ricatti possono minare seriamente il benessere psicologico della vittima, anche qualora il cyber stalker esista ‘solo’ nella realtà virtuale. Le ripercussioni sono però reali. Il persecutore – si conclude la nota – può essere sia uomo che donna, di qualsiasi età ed estrazione sociale”. Nel caso in cui si ritenga di essere vittime di cyber stalking la Polizia Postale consiglia di interrompere immediatamente tutte le comunicazioni, senza vergognarsi di chiedere aiuto.