Scoperti due nuovi minerali mai visti prima sulla Terra identificati in un meteorite del peso di 15,2 tonnellate, il nono più grande mai trovato sul nostro pianeta.

Il professor Chris Herd, che si occupa della collezione di minerali dell’Università dell’Alberta in Canada ha ricevuto un campione di roccia da classificare e mentre lo esaminava, si è accorto che alcune parti del campione non potevano essere identificate al microscopio.

Per stabilire se si trattasse di una sostanza mai vista prima, si è fatto aiutare dal professor Andrew Locock, a capo del laboratorio di microsonde elettroniche dell’ateneo, che in poco tempo ha stabilito che le sostanze sconosciute appartenevano ad almeno due minerali ancora sconosciuti.

La scoperta riguarda infatti, due fosfati del ferro, ma non si esclude che ve ne possa essere un terzo, che ancora si trova in fase di analisi da parte dei ricercatori dell’università che ora sperano di mettere le mani su altro meteorite, non solo per vedere cos’altro potrebbero scoprire, ma anche come potrebbe essere utilizzato sulla Terra.

Questa scoperta segna un risultato veramente eccezionale, “nella maggior parte dei casi ci vuole molto più lavoro per individuare un nuovo minerale”, ha spiegato Herd in un comunicato ripreso dalla Cnn.

Durante la presentazione dello Space Exploration Symposium, Herd ha detto:

“Onestamente non siamo andati lì per scoprire nuovi minerali, semplicemente è capitato di trovarli. I ricercatori hanno lavorato sul singolo campione ma l’idea è quella di analizzare il resto del meteorite. Pare però che una buona parte potrebbe essere stata venduta in Cina e non è chiaro se i ricercatori saranno in grado di lavorare su altri frammenti di meteorite”.

Scoperti due nuovi minerali in un meteorite: i nomi

Uno dei due minerali è stato chiamato “Elaliite”, in onore del meteorite, il cui nome è “El Ali“, che a sua volta riprende il nome della città somala dove è stato rinvenuto nel 2020.

Il secondo dei minerali è stato chiamato “Elkinstantonite”, in onore di Lindy Elkins-Tanton, vicepresidente dell’iniziativa interplanetaria dell’Università dell’Arizona, professore alla School of Earth and Space Exploration dell’Arizona State University e fra i principali responsabili della missione Psyche della Nasa, che il prossimo autunno andrà proprio alla ricerca di nuovi minerali tra Marte e Giove il cui lancio è previsto per l’1 Ottobre 2023.

“Lindy Elkins-Tanton ha studiato molto come si formano i nuclei dei pianeti, che sono composti per lo più da ferro e nichel, proprio come accade ai meteoriti di ferro e in particolare a quello trovato in Somalia, spiega Herd, quindi aveva senso dare il suo nome a quel minerale e riconoscere i suoi contributi alla scienza”.

L’identificazione grazie ai minerali sintetici

Il professor Herd parlando della sensazionale scoperta ha anche detto:  

“La scoperta è particolarmente importante perché quando si trovano nuovi minerali, significa che le condizioni geologiche che li hanno formati e la composizione chimica della roccia sono diverse da quelle che si conoscevano fino a prima della scoperta. Questo è quello che rende la scoperta tanto elettrizzante”.

Minerali simili erano già stati creati sinteticamente in laboratorio negli anni ’80, ma non erano mai stati osservati in natura, ora invece sono stati trovati.

“Questi nuovi minerali potrebbero aiutare a capire come funziona il “laboratorio della natura” e potrebbero avere applicazioni ancora sconosciute nel mondo reale”.

Per questo l’identificazione è stata tanto rapida perché minerali simili erano già stati sintetizzati in laboratorio. Gli scienziati lo fanno in continuazione, ha spiegato Alan Rubin, esperto in materia in forze all’Università della California.

“Spesso cerchiamo di creare sostanze che abbiano determinate caratteristiche utili ad usi commerciali, come ad esempio un alto potere conduttivo o un alta temperatura di fusione”.

La scoperta ha ricevuto l’approvazione lo scorso Novembre dall’International Mineralogical Association.