Rapimento Ponte Milvio: il 20enne scomparso questa notte in un locale della movida vicino a Ponte Milvio, in zona Tor Di Quinto, è Danilo Valeri. Secondo le prime ricostruzioni, il giovane si trovava in un ristorante di sushi di nome Moku quando un commando formato da sei o sette persone sarebbe entrato e lo avrebbe costretto con la forza a lasciare il locale e a salire su un’auto, per portarlo non si sa dove. Da allora, infatti, del ragazzo si sono perse le tracce; fin da subito è emersa l’ipotesi che potesse essersi trattato di un regolamento di conti tra bande rivali della criminalità, probabilmente per motivi legati allo spaccio.

Rapimento Ponte Milvio: chi è il ragazzo sequestrato e perché

Il ragazzo sequestrato si chiama Danilo Valeri ed è il figlio di Maurizio Valeri, detto “Il sorcio”, già noto alle forze dell’ordine per i suoi legami con la criminalità. Valeri gestisce infatti due piazze di spaccio in zona San Basilio e, nel tempo, si sarebbe fatto non pochi nemici, tra cui ci sarebbe anche il clan Marando, ‘ndrina della ‘ndrangheta calabrese trapiantata a Roma, che da anni gestisce il traffico di droga nel quadrante nord-est della Capitale. Valeri sarebbe entrato in conflitto con i Marando per il predominio sulle piazze di spaccio di via Corinaldo. Al momento nessuna pista è certa, ma non si esclude che possa essere stato proprio il clan ‘ndranghetista ad ordinare il sequestro del ragazzo.

Solo qualche mese fa, suo padre, Maurizio, si era presentato all’ospedale Sandro Pertini con una ferita da arma da fuoco sulla gamba, una gambizzazione avvenuta molto probabilmente per gli stessi motivi che ora avrebbero portato al rapimento del 20enne: un regolamento di conti tra bande rivali nell’ambito dello spaccio. Sembra poi che, già nel 2015, i Marando fossero finiti nei guai per una vicenda simile, quando Rosario, boss del clan, aveva sequestrato il figlio di un clan rivale per una faida simile. Saranno gli inquirenti, già al lavoro da diverse ore, a chiarire le dinamiche di quanto accaduto. A portare a una svolta delle indagini potrebbero essere anche le testimonianze di coloro che hanno assistito al sequestro, avvenuto in un locale gremito di gente, in una zona che preoccupa sempre di più i residenti.

“Sono stufo di quello che noi commercianti troviamo la mattina al momento di tirar su la saracinesca: bicchieri, fazzoletti sporchi di sangue, vomito”, ha raccontato un commerciante dell’area, a pochi metri di distanza dal ristorante Moku, ai microfoni dell’Adnkronos. “Qui la notte succede il caos più totale – ha aggiunto Carlotta -. Mia figlia, che ha 16 anni, ormai va altrove a divertirsi perché adesso i coetanei si divertono a uscire coi coltelli e con quelli a pungere i passanti sulle gambe, senza motivo. E poi quello che troviamo in strada. Ma che aspettano a intervenire?“. Intanto del ragazzo non si hanno notizie e la posizione del suo cellulare, che ora risulta spento, lo colloca dove è stato visto per l’ultima volta, nel locale da dove è stato portato via e da cui, subito dopo il suo allontanamento, sono state a decine le telefonate indirizzate al 112.

Il fascicolo dell’indagine, vista la possibile relazione con la criminalità organizzata, è stato affidato ai magistrati dell’antimafia. La polizia, che è al lavoro per trovare il giovane, starebbe anche analizzando i filmati delle videocamere di sorveglianza della zona, con l’obiettivo di rintracciare l’autovettura su cui Danilo è stato fatto salire prima di sparire nel nulla.