Elezioni regionali Lombardia, sempre più vicina l’intesa tra il Pd e il Movimento 5 Stelle.

L’appuntamento elettorale fissato per le giornate del 12-13 febbraio 2023 potrebbe dunque prevedere un clamoroso riavvicinamento nel campo progressista, anche se naturalmente è presto per esprimere qualsiasi tipo di valutazione. I grillini hanno probabilmente preso coscienza di non possedere una fanbase solida nella regione, mentre al candidato democratico Pierfrancesco Majorino l’appoggio del M5s sarebbe un aiuto prezioso nel testa a testa che si profila con Attilio Fontana.

Elezioni Lombardia, si decide nelle prossime ore sui dettagli

Ancora 48 ore, questa la deadline che emerge dall’ultimo incontro tra la coalizione del Pd e quella del Movimento 5 Stelle in vista delle elezioni regionali in Lombardia. La riunione è stata definita “soddisfacente” da entrambe le parti, con “una condivisione dei programmi pari a oltre il 90%“. Tra i nodi rimasti incagliati nel pettine ci sarebbe il dossier agricoltura e quello dei trasporti.

All’assemblea hanno partecipato per il M5s il coordinatore lombardo Dario Violi e il capogruppo in Consiglio regionale Nicola Di Marco, per il Pd il consigliere regionale Matteo Piloni e per l’alleanza Sinistra-Verdi Paolo Matteucci. Tuttavia, l’alleanza di centrosinistra potrebbe perdere +Europa, che si è detta pronta a sfilarsi dal campo largo se l’affare dovesse andare in porto.

In una conferenza stampa in Friuli Venezia-Giulia, altra tappa elettorale imminente, il leader Giuseppe Conte si è detto infastidito dall’espressione “nostro candidato”, usata dal Pd nell’annuncio di Alessio D’Amato per la regione Lazio (non a caso l’accordo è poi sfumato). La ferrea posizione dell’ex premier rimane identica, ossia quella di costruire un percorso condiviso sui contenuti programmatici.

Nel frattempo, il margine a favore dell’attuale governatore Fontana potrebbe assottigliarsi da qui a due mesi: vanno infatti sempre monitorati i movimenti interni alla Lega (già alle prese con la “separazione” di Fedriga in Friuli e di Zaia in Veneto, i quali hanno annunciato che correranno con liste civiche), specialmente per tastare quella frangia di delusi che guarda alla linea tracciata da Umberto Bossi. Dal canto suo, Letizia Moratti, candidata per il Terzo Polo, potrebbe raccogliere i delusi di entrambe le sponde, per arrivare alla fatidica quota del 15% ipotizzata da Carlo Calenda.