Rita Rusić Cecchi Gori, la fine della storia con l’ex politico italiano e produttore cinematografico è stata al centro dell’ultima intervista rilasciata al Corriere della sera. L’ex modella ha toccato vai temi, tra cui la sua infanzia e l’inizio della conoscenza passando poi anche la divorzio e alla sua nuova vita.

Rita Rusić Cecchi Gori, l’infanzia prima delle luci dei riflettori

Il racconto di Rita Rita Rusić sulla sua infanzia: “I miei si erano sposati giovanissimi. Mamma si occupava di noi figlie, papà suonava sassofono e clarinetto, insegnava musica, faceva un po’ di teatro e, per sopravvivere, sculture di marmo. Ma chi vuole che comprasse sculture a Kaštelir? Per cui, scolpiva lapidi da morto“. A 4 anni partì per l’Italia con due valigie di cartone e finì in un campo profughi, a San Saba: “San Saba era stato un campo di concentramento, ci misero in una stanza coi materassi per terra ancora sporchi di sangue. Io dissi: non ci dormirò mai“.

Dalla povertà al successo

Dopo il campo profughi, 8 anni di collegio dalle suore, a Roma: “Poi la famiglia si è riunita a Busto Arsizio, dove ci hanno assegnato una casetta per rifugiati. Avevo 14 anni, Busto mi andava stretta e m’inventai una scuola che era a Milano: odontotecnico. In quel 1974, a scuola, c’erano quelli di Autonomia Operaia e quelli delle bande armate. La mattina, qualche compagno mi diceva: ‘Hai visto qualche tuo amico?’. E mimava i polsi con le manette“.

Tuttavia, lei non rischiò mai di darsi all’eversione: “Sono nata troppo povera per non capire che era pericoloso“.

Poi sono arrivate la moda e le sfilate. Rita Rusić ha capito molto presto che la bellezza avrebbe potuto dargli un potere: “Già in collegio, piacqui così tanto alla moglie del Direttore che mi prese sotto la sua ala. Mi fece fare la cresima con Paolo VI, mi portava sacchi in pannolenci pieni di regali“.

Matrimonio, figli e divorzio

Dopodiché, l’incontro dell’attrice e produttrice cinematografica con Cecchi Cori: “Come bellezza non mi piacque, ma era simpatico, mi faceva ridere, ed era un po’ infantile, anche se aveva 18 anni più di me. E mi lusingava che fosse produttore e mi avesse scelta per corteggiarmi“.

Infatti, con l’ex senatore della Repubblica italiana la croata girò una manciata di film, per però lasciare: “A Vittorio non piaceva che facessi l’attrice, ma neanche che andassi all’università, in palestra… Ho fatto tre anni di Accademia drammatica e studiato inglese, spagnolo, fatto palestra, tutto a casa. Lui era molto possessivo, io molto giovane e abbastanza stupida: mi sentivo gratificata dalla sua gelosia. Molto presto, ho iniziato ad andare in ufficio con lui, non volevo stare a casa e volevo capire cosa fa un produttore. Alcuni interlocutori erano imbarazzati dalla mia presenza, ma Vittorio era fermissimo. Diceva: ‘Se parli con me, parli anche con lei’“.

Dopo il matrimonio nel 1983, il divorzio dopo una serie di litigi, arrivato dopo ben 17 anni e mezzo, come affermato da lei: “Lui iniziò a soffrire il mio successo, come se togliesse qualcosa a lui. Era come dire: è brava la moglie, non lui. Non era vero. Forse come produttore ero più brava io, mi piaceva lavorare col registra, gli sceneggiatori… ma come imprenditore lui aveva più visione. Io non vedevo competizione, ma compensazione. Lui, invece, iniziò a considerarmi una nemica“. Infatti lei fece esordire dei nuovi nomi, diventati poi grandi: da Pieraccioni a Panariello, da Salemme ad Albanese: “Diceva: ‘Lascia perdere quei bischeri, occupati di Paolo Villaggio e Alberto Sordi’. E io: ‘Me ne occupo, ma i nuovi li dobbiamo trovare’“.

Il matrimonio difficile con Cecchi Gori, il lavoro e il divorzio

Rita Rusić Cecchi Gori, la separazione non arrivò in modo tranquilla, ma fu piuttosto rissosa, con conseguente intervento dei Carabinieri: “Sentii che mi voleva annientata. Lui non volle che lavorassimo insieme. E andai via senza un euro. Ero abituata ad autista e guardie del corpo. Oggi mi sembra ridicolo, ma avevo paura a uscire di casa da sola. Il mio numero, il più ambito del cinema italiano, per un anno e mezzo, non ha mai squillato. Ho preso zero e neanche una casa ed è stata un’offesa per tutte le donne che hanno passato anni con un uomo, facendo, lavorando, dimostrando. L’altra vergogna è che ci ho messo 17 anni e mezzo a divorziare, una violenza terribile. E il divorzio è arrivato quando non c’era più niente: Vittorio era stato arrestato e le società erano fallite. I miei figli non hanno neanche un garage che arrivi dal padre“.

Ma com’è potuto creare un impero?: “Me lo chiedo anch’io. Valeva quattromila miliardi di lire: se lo fai apposta, non ci riesci“.

Il libro diario Jet Sex e il nuovo fidanzato

Nel 2008, Rita Rusić è uscita con “Jet Sex“, un diario erotico sentimentale pubblicato con Mondadori, dove viene trattato anche il sesso su voli privati e infedeltà con i calciatori: “È come per lo scrittore di gialli, che non è un assassino, ma un potenziale assassino. Io non ho mai nascosto di essere attratta dal sesso, lo trovo bello, giocoso. Sono io che portai in Italia Sex and the city, su TMC“.

Alla domanda sui fidanzati giovani avuti, ha risposto: “Qualcuno. Ora sto con un ragazzo di 32 anni, trenta meno di me. È un bellissimo viaggio perché è a termine, il che lo rende intenso“. E sul fisico tonico nonostante i 62 anni portati benissimo ha svelato: “È un impegno. Mi alleno, mangio sano. Non mi voglio arrendere: è orribile, ma è così. Mi chiedo sempre: ‘Quanti anni buoni ancora ho?’“.