È nata una vera e propria bufera attorno al nuovo spot promozionale della brioche Buondì prodotta da Motta.

Nello spot infatti vediamo una tranquilla e qualsiasi famiglia italiana intenta ad iniziare la colazione mattutina. Attorno al tavolo imbandito padre, madre e i due figli, un bambino e una bambina.

Improvvisamente svolazzante sulla brioche pubblicizzata ecco apparire una fatina impegnata a modificare con la magia e a migliorare le caratteristiche del Buondì. Il padre la interrompe dicendo con tono stizzito che la brioche ha già le qualità che la fatina le vorrebbe attribuire. Ma quando questa continua nelle magie, il padre la schiaccia di fatto uccidendola come se fosse una zanzara.

La fatina inoltre è caratterizzata con un tono irritante, dall’aria un po’ svampita e soprattutto fastidiosa nella sua insistenza.

Come se niente fosse, la moglie e i due figli non hanno alcuna reazione al gesto dell’uomo e anzi continuano la colazione fra molti sorrisi.

In altre versioni dello spot la stessa fatina viene malmenata anche dagli altri componenti della famiglia: a turno infatti la fatina viene uccisa anche dai bambini a colpi di martello o a pugni con un guantone da boxe.

Appare evidente il tono ironico e comico dello spot, come da tradizione delle réclame dei Buondì. Già qualche anno fa la stessa azienda fu al centro di aspre critiche per l’ormai famoso spot, dello stesso prodotto dolciario, che raffigurava una bambina alla ricerca di una “colazione che coniugasse leggerezza e golosità” la cui famiglia veniva spazzata via da meteoriti. Un dark humour non apprezzato da molti spettatori e famiglie che hanno considerato lo spot di cattivo gusto.

Le polemiche come ovvia conseguenza sono state indirizzate anche al colosso dolciario veronese Bauli, proprietario dell’azienda Motta.

Bufera spot Buondì: le accuse

Lo spot e in special modo il frame incriminato sono quindi stati accusati di diffondere un messaggio di istigazione alla violenza, soprattutto nei confronti del genere femminile. Pare quindi che chi sia mosso contro la pubblicità non abbia percepito il tono ironico o abbia timore che lo stesso non venga recepito da qualsiasi spettatore, con l’estremo rischio di incentivare i femminicidi.

Le critiche all’azienda infatti sottolineano come la violenza venga stigmatizzata o addirittura ridicolizzata, dando un messaggio davvero negativo ai bambini che assistono alla réclame.

I primi messaggi di protesta sono apparsi sulle pagine social di Buondì Motta: affianco a chi effettivamente ritiene geniale lo spot che sa utilizzare un tono ironico, troviamo molti commenti che rimproverano l’azienda ad istigare violenza. Addirittura un’utente ha dichiarato che la sua nipotina alla vista della fatina schiacciata tra le mani ha avuto un attacco di panico. Altri genitori hanno denunciato come sia inconcepibile uccidere un personaggio fantasy appartenente a milioni di fiabe e sogni di bambini.

A sostegno delle prime proteste si sono mosse le alcune associazioni femministe che senza mezzi termini e senza considerare l’ironia dello spot, hanno tuonato che la pubblicità dà il semplice ed efficace messaggio di eliminare una donna con qualsiasi mezzo se ritenuta spiacevole:

“Il messaggio veicolato è chiaro: se una donna è fastidiosa, parla troppo, insiste su qualcosa, è giusto ucciderla”. 

Sulla questione ha rilasciato un commento anche Matteo Flora, esperto di comunicazione e docente dell’Università di Roma Tor Vergata:

“Lo spot ci insegna come trattare le donne petulanti: ammazzandole. Se fossi il pubblicitario che l’ha realizzata, non dormirei sogni tranquilli”.

La replica di Motta

Per il momento l’azienda produttrice cerca di arginare le polemiche con la stessa ironia che la contraddistingue negli spot. Forse appunto per sottolineare l’intento sarcastico della pubblicità. E quindi sui social ha risposto ad alcuni messaggi con “sfatiamo questo mito: un Buondì non ha mai fatto del male a nessuno” e “nessuna fatina è stata realmente danneggiata per la realizzazione di questi spot”.

Poi, con un po’ di seccatura è apparsa un’altra risposta che probabilmente alimenterà nuove polemiche.

A chi ha scritto che la pubblicità è “piena di violenza gratuita”, i gestori della pagina Facebook hanno infatti risposto: “È una fatina molto testarda: non vuole proprio accettare che la colazione golosa e leggera è già così. Tu come glielo faresti capire? Accettiamo suggerimenti”.