Diffondevano in chat filmati che ritraevano mutilazioni, torture, esecuzioni degli jihadisti, e stavano anche progettando “attacchi alle istituzioni”. Filonazismo e pedofilia su Telegram: queste le accuse con cui sono finiti in manette tre giovani di età compresa tra i 14 e i 21 anni, in seguito ad un’indagine della Polizia di Genova.

Incoraggiamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e religiosi, apologia di crimini a sfondo terroristico, coprofagia, necrofilia, diffusione di materiale pedopornografico, incitamento alla pedofilia. Sembra non mancare davvero nulla all’interno della chat Telegram finita nel mirino degli inquirenti. Nella conversazione online, denominata “Blocco Est Europa”, i tre accusati scambiavano costantemente materiale suprematista di tipo xenofobo, misogino, omofobo, antisemita e filonazista.

Nei loro messaggi, in cui apparivano evidenti le loro simpatie per Hitler, i ragazzi avevano persino lanciato una “campagna di addestramento” al tiro con armi ad aria compressa. Per fare pratica, nelle zone abbandonate di Genova, utilizzavano come bersaglio le foto di importanti cariche dello Stato: si stavano preparando ad “un progetto stragista di enormi dimensioni alle Istituzioni”.

Nelle chat venivano anche esaltati gli “school shooters”, gli autori di massacri di massa nelle scuole elementari e medie.

Filonazismo e pedofilia su Telegram, un mese fa arrestato un altro giovane a Bari

Solo un mese fa, a Bari, un altro neonazista era stato arrestato con l’accusa di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e di propaganda ed istigazione a delinquere, per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Il 23enne promuoveva il “suprematismo bianco”, attraverso video diffusi online e l’affissione di manifesti in giro per la città di Bari, che ritraevano immagini di Hitler, svastiche e messaggi antisemiti.

Il giovane si era dichiarato “pronto al sacrificio estremo” e a portare a termine “imprecisate azioni violente”. Le forze dell’ordine lo avevano identificato durante un’indagine sugli ambienti suprematisti e di estrema destra in Rete. Il ragazzo barese era affine al canale “Sieg Heil”, utilizzato per promuovere contenuti antisemiti, misogini e di matrice neonazista.