Avrebbe compiuto 100 anni, oggi, Charles M. Schulz, il fumettista celebre per aver dato vita a Snoopy e ai suoi fidati compagni nelle strisce dei Peanuts. Aveva iniziato a disegnarle nel 1950 e non aveva mai smesso fino alla sua morte, avvenuta il 12 febbraio del 2000: se ne andò il giorno dopo la pubblicazione dell’ultima striscia, chiedendo che non ne fossero disegnate di nuove.

Charles Schulz Peanuts: il secolo del celebre fumettista

Nato il 26 novembre 1922 a Minneapolis, nel Minnesota, Charles Monroe Schulz inizia a disegnare sin da piccolo. Il suo soggetto preferito è un certo Spike, la versione fumetto del cane di famiglia, che nel 1937 viene pubblicato su un giornale locale. Frequenta la scuola elementare di Saint Paul, saltando due semestri; in questo modo, quando arriva al liceo, anni dopo, è il più piccolo della classe e, secondo un annedoto, la scuola si rifiuta di pubblicare un suo disegno nell’annuario scolastico: una scelta di cui poi si sarebbe pentita, istallando, a distanza di 60 anni dall’accaduto, una gigantesca statua di Snoopy nell’atrio principale dell’istituto.

Dopo la morte della madre, nel 1943, si arruola nell’esercito e, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, viene mandato a combattere in Europa; tornato in patria, intraprende la carriera da disegnatore, ottenendo le prime pubblicazioni con la striscia Li’l Folks, una sorta di versione antesignana di quelli che poi saranno i Peanuts, pubblicati per la prima volta nel 1950 dalla United Feature Syndacate e diventati in breve tempo uno dei fumetti più popolari non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo: all’apice del successo potevano vantare di traduzioni in 21 lingue e pubblicazioni in 75 Paesi, senza tenere conto del merchandising.

Peanuts
Una striscia dei fumetti Peanuts di Charles M. Schulz (foto di Ansa)

I personaggi e le loro vicende traggono spunto dalla vita personale del loro autore. C’è Snoopy, che ricorda molto lo Spike degli esordi, ma c’è soprattutto Charlie Brown, un ragazzino timido e introverso con la testa tonda, gli occhioni chiari e i capelli biondi, una sorta di raffigurazione dello Schulz bambino. Personaggi diventati iconici, che il fumettista non ha mai smesso di disegnare per cinquant’anni, fino alla sua morte, avvenuta nel 2000, il giorno dopo la pubblicazione dell’ultima striscia, in cui lasciava a Snoopy l’arduo compito di congedarsi dai suoi lettori.

Cari amici,

ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi cinquant’anni. È stata la realizzazione del sogno che avevo fin da bambino. Purtroppo, però, ora non sono più in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiesto da una striscia quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano disegnati da qualcun altro, quindi annuncio il mio ritiro dall’attività. Sono grato per la lealtà dei miei collaboratori e per la meravigliosa amicizia e l’affetto espressi dai lettori della mia “striscia” in tutti questi anni. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy… non potrò mai dimenticarli.

Queste le sue parole, accompagnate da un’ultima volontà: quella che non venissero disegnate nuove strisce basate sulle sue creature. Così è stato e oggi, nel centenario della nascita, sono solo le sue vecchie opere ad essere pubblicate, anche se nel frattempo è uscito un film, The Peanuts Movie. Molti, forse tutti, lo ricordano per aver saputo raccontare in modo divertente e attraverso le immagini l’insicurezza, le ansie e la frustrazione, permettendo non solo ai bambini, ma anche agli adulti, di immedesimarsi nelle sue storie.