Gli animalisti occupano il ristorante di Gordon Ramsay: “Questo posto è l’esempio perfetto delle disuguaglianze che affliggono il Regno Unito”.

Gli attivisti climatici di Animal Rebellion hanno occupato il celebre ristorante di Londra con tre stelle Michelin di Gordon Ramsay, sostenendo che quest’ultimo realizzi dei “profitti colossali sulla pelle degli animali, dei lavoratori e del nostro clima”.

La proposta è quella di educare e di spingere il nostro sistema alimentare verso una produzione a base vegetale.

Nello stesso momento in cui a Sharm el-Sheikh si stava tenendo la conferenza delle Nazioni Unite sul clima, ovvero la Cop27, a Chelsea, un quartiere di Londra, gli attivisti climatici di Animal Rebellion sono entrati all’interno del ristorante di Gordon Ramsay si sono seduti ai tavoli per chiedere lo stop al consumo di carne.

Gli animalisti occupano il ristorante di Gordon Ramsay: ecco che cosa è successo

Gli attivisti climatici di Animal Rebellion, intorno alle 18 di ieri, sono entrati all’interno del Restaurant Gordon Ramsay, fingendosi dei normali clienti e vestiti in maniera eleganti, e si sono seduti ai tavoli del ristorante britannico con tre stelle Michelin.

Dopo poco tempo gli animalisti hanno tirato fuori dei menù falsi che sono stati stampati da loro stessi, in cui venivano proposti i piatti realizzati dallo chef, ma, invece dei prezzi reali, sono stati descritti i costi ambientali dei prodotti che venivano serviti ai clienti.

La protesta riguarda la volontà di interrompere il consumo di carne e di non tollerare più le disuguaglianze economiche presenti nel Regno Unito.

Ecco quali sono state le dichiarazioni che sono state rilasciate da Lucia Alexander, infermiera di 39 anni e attivista climatica di Animal Rebellion, riguardo il ristorante di Gordon Ramsay:

Questo posto è l’esempio perfetto delle disuguaglianze che affliggono il Regno Unito. Mentre qui viene servito cibo che costa un minimo di 155 sterline a testa (circa 180 euro), oltre due milioni di persone fanno affidamento sui banchi alimentari a causa dell’aumento del costo della vita.

Anziché ristoranti che realizzano profitti colossali sulla pelle degli animali, dei lavoratori e del nostro clima, dobbiamo nutrire tutti sostenendo gli agricoltori e le comunità di pescatori nella transizione verso un sistema alimentare a base vegetale, che richiederebbe il 75% in meno di consumo di terreno agricolo per coltivare cibo, permettendoci di nutrire milioni di persone in più senza la dipendenza da industrie di allevamenti intensivi. Questa è la risposta al costo della vita e alla crisi climatica”.

Dopodiché, sul posto è intervenuta intorno alle ore 18:30 la Polizia Metropolitana, la quale ha provveduto a chiudere il ristorante.

Il messaggio pubblicato sui social dagli attivisti climatici di Animal Rebellion

Gli attivisti climatici di Animal Rebellion hanno poi pubblicato sui social network quali fossero le loro intenzioni e gli obiettivi che vogliono raggiungere:

“Questo ristorante di lusso incarna la disuguaglianza che affrontiamo in questo momento nel Regno Unito. Mentre la scienza ci sta dimostrando che dobbiamo allontanare i nostri sistemi alimentari dai prodotti animali, ristoranti come questo continuano a trarre profitti colossali dallo sfruttamento degli animali, dei lavoratori e del nostro clima. Per la società, il clima e gli animali, non possiamo permetterci di continuare così. Abbiamo bisogno di un cambiamento radicale nel sistema alimentare del Regno Unito e tutti dobbiamo assumerci la responsabilità di questo. Dobbiamo porre fine alla povertà alimentare e nutrire tutti passando a un sistema alimentare a base vegetale. Continueremo a sottolineare l’inerzia di governi, aziende e ristoranti come questo, perché TUTTI abbiamo un ruolo da svolgere di fronte alla crisi climatica. La crisi climatica non si ferma, e nemmeno noi!”.

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