Kim Jong-un, leader della Corea del Nord, torna a parlare pubblicamente in una breve dichiarazione rilasciata all’agenzia Kcna: poche parole ma concise, in cui si legge la ferma intenzione di “reagire senza remore alle armi nucleari e allo scontro totale con uno scontro a tutto campo“.

Un estratto che potrebbe testimoniare il raggiunto grado di maturità del missile intercontinentale a cui Pyongyang sta lavorando da tempo. Secondo gli analisti, Kim punterebbe al riconoscimento dello status di potenza nucleare con le relative concessioni da parte Usa, economiche e strategiche.

Ieri la Corea del Nord ha lanciato un missile a lungo raggio

Tutto ciò avviene dopo che la Corea del Nord ha alzato ulteriormente l’asticella della provocazione con un lancio record nella mattinata di venerdì.

Il missile a lungo raggio Hwasong-17, conosciuto come “mostro” per le sue pazzesche dimensioni, ha lasciato la capitale nordcoreana e ha viaggiato per circa 1.000 chilometri prima di atterrare in acque giapponesi a est dell’isola settentrionale di Hokkaido. Si tratta di una probabile verifica sulla parabola e sulla traiettoria, mentre l’altitudine raggiunta ha toccato i 6.000 chilometri. Grandissima preoccupazione da parte del Giappone e della Corea del Sud, impegnati tra il G20 e l’Asean (il meeting dei Paesi dell’indo-pacifico), un messaggio di risposta alle parole di Joe Biden e alla sua promessa di fare qualsiasi cosa per scoraggiare l’escalation militare nordcoreana. Da Tokyo e Seul dura condanna per quanto accaduto e l’impegno a garantire una risposta ferma e comune alla minaccia atomica.

Il ministro giapponese della Difesa, Yasukazu Hamada, ha stimato in 15.000 chilometri il possibile raggio dell’estensione del missile Icbm, grossomodo la distanza media tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti. Nelle stesse ore era in corso il bilaterale in Thailandia tra il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente cinese Xi Jinping. Al vertice erano presenti anche gli Usa, Australia, Nuova Zelanda e Canada. La Corea del Sud, in rimando, ha inviato in volo alcuni jet “invisibili” per una simulazione d’attacco in forma congiunta ai caccia americani. Insomma, l’obiettivo principale rimane quello del dialogo, tuttavia le molteplici e continue violazioni da parte di Kim rischiano di far deviare rapidamente la strada maestra.