Flat tax partite iva. Inizia a prendere forma la legge di bilancio 2023, che dovrebbe contenere anche un provvedimento per le partite iva.

Flat tax partite iva

Secondo le recenti intenzioni del Governo, ci sarebbe quella di estendere il limite per l’accesso al regime forfettario da 65.000 a 85.000 euro. Inizialmente si ipotizzava una estensione fino a 100.000 euro, tuttavia secondo le ultime indiscrezioni, non ci sarebbero abbastanza fondi per proporre subito questa misura così estesa. Con il regime forfettario, i vantaggi sono molti. Infatti viene prevista l’applicazione di un’aliquota sostitutiva unica che non è collegata al reddito prodotto. Vantaggio che non considera i ricavi nel corso dell’anno. Chi rientra nel regime forfettario ha la possibilità di versare soltanto una Flat Tax del 15%, che viene ridotta al 5% per le nuove partite IVA.

L’obiettivo che si vuole raggiungere estendendo questo limite è quello di garantire una tassazione più contenuta per chi lavora con una Partita Iva, permettendo di pagare un’imposta ridotta, ovvero una imposta sostitutiva, per fatturati inferiori ad un certo limite.

Le parole di Freni (Lega)

«Nella nuova legge di bilancio si dimostrerà finalmente che la flat tax non era uno slogan ma un programma strutturato che si fa in 5 anni – ha detto il leghista Freni -. Cominciamo assolutamente con autonomi e partite Iva, cominciamo con innalzare la soglia da 65 fino a 100mila euro, forse qualcosina meno, potremmo fare 85/90 mila, dipenderà anche da alcune variabili macroeconomiche un po’ meno dipendenti da noi, ma certamente sì, certamente in legge di bilancio troveremo il passaggio da 65mila ad almeno a 85mila».

Flat tax incrementale

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nelle scorse ore ha invece menzionato la flat tax incrementale, “un regime sostitutivo opzionale per i titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti”. Dunque si cita la novità dell’estensione anche ai lavoratori dipendenti (oltre che autonomi che non aderiscono a flat tax). La tassa piatta del 15% però sarebbe applicata solo alla differenza tra i redditi dichiarati nell’ultimo anno e il più alto dichiarato nei tre anni precedenti. Ma potrebbe anche interessare solo una quota di questo incremento.