Fringe benefit a chi spetta. Nel decreto Aiuti quater è stata innalzata la soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali, misura che ha l’obiettivo di mitigare i problemi causati dall’inflazione. 

Fringe benefit a chi spetta

Sale da 600 a 3mila euro la soglia dei premi esenti da tassazione che le imprese potranno concedere ai propri dipendenti come fringe benefit per aiutarli a pagare le bollette. Il nuovo tetto però è valido solo per l’anno 2022 e serve per far aumentare gli stipendi dei lavoratori, attraverso il rimborso anche delle utenze domestiche. Il “bonus dipendenti” da 3mila euro può esser erogato solo dalle aziende che operano nel settore privato.

I fringe benefit accordati dalle aziende ai dipendenti sono esentasse fino a 3mila euro. Questo significa che il lavoratore, se rimane entro quella soglia, non ha alcuna tassazione ai fini Irpef. Inoltre, per il datore di lavoro, si tratta di importi completamente deducibili dal reddito d’impresa. Il governo ha imposto che il fringe benefit vada considerato in aggiunta alla retribuzione già concordata dal contratto. Questo significa che il datore del lavoro non può assolutamente trasformare parte del salario in benefici accessori

Come ottenere il bonus

Per ottenere i fringe benefit non è necessaria alcuna domanda, ma dipende dalle scelte che farà l’azienda. L’impresa privata infatti può scegliere liberamente se offrirlo ai suoi dipendenti. La premier Giorgia Meloni ha definito questo provvedimento come una tredicesima aggiuntiva. Il datore di lavoro non ha nessun obbligo ma nel caso in cui decidesse di erogare il fringe benefit, deve acquisire le fatture delle bollette pagate dal dipendente. Oppure, in alternativa, può bastare una autocertificazione in cui si indicano informazioni come il numero di utenza, l’importo pagato, le modalità di pagamento e la data.

Cos’è il fringe benefit

Il fringe benefit è un tipo di emolumento retributivo corrisposto a particolari categorie di lavoratori dipendenti, riportato nella busta paga, in aggiunta alla retribuzione.

Essi hanno lo scopo di quantificare i beni e i servizi di cui il lavoratore può usufruire gratuitamente ovvero a condizioni più vantaggiose rispetto a chi si rivolge al mercato per acquistarli. Il calcolo del valore economico dei benefici accessori viene fatto esclusivamente a fini fiscali, per la tassazione di tale particolare reddito in base al cosiddetto “valore normale” dei benefici.