Sembra destinata a far discutere la presunta indiscrezione in casa Movimento 5 Stelle (M5s) secondo cui Giuseppe Conte avrebbe promesso un futuro parlamentare a Paola Taverna e Vito Crimi: entrambi sono infatti rimasti esclusi dalle candidature alle ultime politiche a causa della regola dei “due mandati“, da loro già espletati nelle precedenti legislature.

Tuttavia per loro pare pronto l’ingresso dalla porta di servizio, tramite un ruolo di coordinatori dei capigruppo il cui assegno annuale da staccare ammonta a circa 70mila euro. Immediato il fuoco politico che parla di “trombati” e di fine del modello “anti-casta” inneggiato dai pentastellati durante le loro origini. La notizia era nell’aria già da almeno tre settimane e trova ora nuove conferme.

M5s, l’eredità politica di Taverna e Crimi

M5s, chi sono Paola Taverna e Vito Crimi, protagonisti del rumor secondo cui sarebbero i prescelti del salvataggio politico di Giuseppe Conte. Entrambi fanno parte dei 46 parlamentari che non sono stati ricandidati per il vincolo del doppio mandato e oltre al paracadute ipotizzato beneficeranno di un sostanzioso sconto in merito alla buonuscita di fine mandato (dovrebbe essere il 20% dell’assegno complessivo)

Paola Taverna è stata vicepresidente del Senato nelle legislature di maggioranza dei grillini nonché vicepresidente del Movimento a partire dal 2021. Della sua esperienza politica si ricorda poco se non la vicenda in cui nel 2018 difese la madre da un’ingiunzione di sfratto, attaccando duramente la stampa.

Vito Crimi, ex reggente del M5s, è stato presidente del gruppo parlamentare grillino al Senato durante il primo mandato e poi sottosegretario con delega all’editoria. Il suo compito politico principale fu quello di “ponte” tra il Movimento 1.0 di Grillo, Di Battista e Di Maio e quello rinnovato presieduto tuttora da Giuseppe Conte.

Occhio anche alla situazione in casa Lega

Ma l’inchiesta sui ripescaggi parlamentari, condotta da Repubblica, potrebbe coinvolgere anche alcuni esponenti della Lega. I nomi che circolano sono quelli di Marzio Liuni (ex questore alla Camera), i senatori Montani e Pianasso, Flavio Di Muro alle Infrastrutture, Valeria Alessandrini e Paola Colmellere all’Istruzione.