Tra le voci fuori dal coro del governo Meloni compare sicuramente la figura di Giorgio Mulé, attuale vicepresidente di Forza Italia alla Camera dei Deputati. In una lunga intervista concessa al quotidiano Repubblica, il parlamentare azzurro ha tracciato un primo bilancio del nuovo Esecutivo.

Alla provocazione in merito alla possibile “falsa partenza” del governo, Mulé utilizza una similitudine con l’atletica e in particolare con Marcel Jacobs: non si può parlare di “partenza bruciante” tuttavia “i grandi campioni vengono fuori alla distanza”. Tradotto, “il governo sta cercando il suo ritmo”.

Governo, Mulé critico su Meloni a proposito del tema Superbonus

Il vicepresidente di Forza Italia alla Camera Giorgio Mulé, confermato alle ultime politiche nel suo attuale ruolo, chiarisce qual è il ruolo del partito all’interno del governo Meloni nelle primissime battute.

Uno dei fedelissimi della corrente berlusconiana del partito evidenzia che “al fine di evitare incomprensioni e dover rivedere norme e provvedimenti, è necessario che il dibattito sia condiviso“. Un chiaro riferimento alla norma del Superbonus (che dovrebbe scendere dal 110% al 90% come previsto dal Dl Aiuti Quater), su cui Forza Italia chiede a gran voce che la norma sia garantita almeno fino a fine anno.

Una piccola stoccata alla premier arriva dal passaggio in cui Mulé, di fatto, certifica che alcune misure siano state prese in autonomia e successivamente portate all’attenzione del Consiglio dei Ministri. Ma il tempo, secondo l’Onorevole, saprà restituire quella maturità oggi offuscata da un po’ di ruggine dopo un’assenza in maggioranza lunga un decennio. Ecco un estratto della sua intervista su quest’ultimo tema:

Il solo fatto che FI avverta la necessità di intervenire su questi atti significa che non erano stati condivisi ma presentati solo a ridosso del consiglio dei ministri. Non c’è da imparare dagli errori, quanto riprendere confidenza con la pratica di un governo di coalizione dalla quale siamo stati distanti per dieci anni. Con maturità si può correggere la rotta nel metodo.

Severità e fermezza sul dossier migranti

Un ampio cappello del faccia a faccia è poi dedicato al tema immigrazione, alla luce dello scontro tra Italia e Francia che si è consumato in settimana.

Qui la linea di Mulé è piuttosto fedele alla dura presa di posizione dei ministri Piantedosi (Interni) e Tajani (Esteri), quest’ultimo collega in FI: una “frustrazione” legata a un atteggiamento dell’Europa che non considera “le necessità umanitarie e politiche”. L’Italia non cederà a ricatti e minacce delle Ong che mostrano “un atteggiamento di sfida”, motivo per cui è stato attuato il divieto di sbarco in un porto nostrano. Mulé definisce “ritorsione” quanto dichiarato dalle importanti figure ministeriali francesi e attuato ieri a Ventimiglia.

Alla domanda su quale sia una possibile soluzione, il deputato sostiene che la polarizzazione non sia la strada giusta (riferendosi agli accordi con Malta, Cipro e Grecia): no a fazioni, sì a una responsabilità condivisa e solidale. Infine, sul tema dei decreti sicurezza la risposta è analoga: o l’Europa adotta regole universalmente valide, oppure il problema sarà destinato a ripresentarsi lasciando ai singoli Stati il compito di decidere sulle vite umane.