196 persone, tutte legate da idee no-vax, sono state denunciate per gli insulti scritti sotto il post che annunciava che l’architetto Paolo Giordano fosse morto.

Giordano, stimato architetto e padre di due figli, era venuto a mancare Sabato 8 Ottobre 2022 stroncato da un infarto che non gli ha dato scampo all’età di 59 anni.

L’uomo era residente a Treviso, città in cui era molto conosciuto. Era inoltre spesso impegnato nel sociale: è stato uno dei primi sostenitori del progetto Open Piave, per il recupero dell’ex presidio di via Monterumici, sostenendo i giovani del centro sociale Django dagli attacchi di Lega e centrosinistra.

L’improvvisa morte era stata appunto accolta con sgomento e profondo dolore da tutta la comunità e dalle associazioni a cui aveva dato sostegno. Tra esse infatti parole di commozione e commiato sono state espresse sui social da Associazione School Moving 21, Associazione Don Durito, e dei componenti del centro sociale Django di Treviso.

La notizia poi è presto rimbalzata sui social network, soprattutto su Facebook dove conoscenti ed amici hanno postato messaggi di cordoglio.

Insieme ai tanti commenti di affetto però sono comparsi anche molti insulti e terribili messaggi di utenti riconducibili alle ideologie no-vax. Probabilmente questi “leoni da tastiera” non avevano mai conosciuto personalmente l’architetto Giordano, ma hanno voluto comunque commentare la notizia della sua scomparsa con parole sconcertanti.

“Uno di meno!”, “È il karma”, altri ancora alludevano alla selezione naturale. In tutto sono stati individuati ben 300 commenti denigratori sia all’architetto sia indirizzati nei confronti della famiglia dell’uomo.

Il motivo di questi insulti è riconducibile al fatto che Giordano fosse un fermo e convinto sostenitore pro vax e che in più occasioni avesse pubblicamente esposto la propria contrarietà verso le posizioni opposte contro la somministrazione dei vaccini. La morte dell’uomo poi è sopraggiunta per problemi cardiaci e non è in alcun modo riconducibile al virus Covid-19 o ad effetti collaterali del vaccino stesso.

La campagna d’odio mossa nei suoi confronti ha suscitato profondo sdegno nella comunità trevigiana e in tutti coloro che lo conoscevano.

Architetto morto insulti no-vax: scatta la denuncia

La disputa per la somministrazione del vaccino ha prodotto anche questi effetti: in tanti contrari al vaccino si accaniscono e manifestano soddisfazione quando muore un fervido sostenitore della campagna di protezione. E d’altro canto non si può neanche negare che c’è chi commenta con disprezzo quando un no-vax viene seriamente colpito dalla malattia.

Il tutto è acuito dalla tecnologia che permette a chiunque di esprimere terribili commenti nei confronti di una persona deceduta, disinteressandosi completamente del dolore dei familiari.

L’avvocato Antonella Tocchetto, amica dell’architetto Giordano e già consigliera del Partito Democratico, ha annunciato che gli autori dei commenti diffamatori saranno segnalati alle autorità e scatterà per loro una denuncia. Nella pratica legale, l’avvocato verrà affiancato da uno specialista del settore penale, l’avvocato Pretty Gorza.

La donna ha poi dichiarato che questo episodio è inaccettabile e purtroppo sempre più spesso accadono casi simili sui social:

“Dobbiamo finirla. Dobbiamo avere rispetto per la morte di una persona, non si può strumentalizzare un evento di questo tipo cercando di tirare acqua al proprio mulino: è assurdo e spero non avvenga più per rispetto delle persone e rispetto della scienza. Provo grande rabbia oltre al dolore, valuterò come avvocato di denunciarli, non è possibile che sotto un post per far sapere della sua morte si sia scatenata gente che non c’entra nulla, non rispettando lo strazio dei familiari e degli amici. Queste persone si dovrebbero vergognare.”

Molti dei commenti sono stati nel frattempo cancellati dagli stessi autori, ma l’avvocato ne ha conservato gli screenshot. Nello specifico sono stati salvati i messaggi relativi a 196 profili. Tutti verranno depositati negli atti della denuncia nei prossimi giorni.

Sebbene sia probabile che molti utenti abbiano usato profili fake e che quindi siano difficilmente rintracciabili, la speranza è di individuare qualche soggetto reale.

“Vogliamo farlo in modo serio perché il giudice prenda in considerazione la cosa, devono essere smascherati. Non è più tollerabile che persone così si sentano libere di fare quello che vogliono nell’anonimato.”