Sono arrivati due nuovi lupi nel Parc Animalier di Introd. È l’esito di un acquisto fatto dalla struttura grazie al contributo del Gal, il Gruppo di azione locale della Valle d’Aosta, che ha finanziato il progetto con un contributo di 100mila euro. L’obiettivo era dare a vita a un nuovo spazio, il “paddock lupo”, com’è stato chiamato, per permettere agli ospiti della struttura di avvistare gli animali, arrivati da un parco faunistico della Repubblica ceca.

È stata una grande sfida, una sfida che è durata tre anni, che ha richiesto la collaborazione di tanti professionisti, così come degli uffici regionali, soprattutto per la parte veterinaria per il benessere animale, perché il lupo ha delle esigenze molto particolari e quindi abbiamo dovuto studiare un paddock che avesse determinate caratteristiche – ha commentato il tecnico faunistico Matteo Martinet ai microfoni della Rai -. L’area, che è grossa circa 5.800 metri quadri, prevede, ad esempio, delle zone di ricovero, delle zone dove l’animale può anche nascondersi dai visitatori per riuscire a stare tranquillo.

Ma Legambiente non è d’accordo con l’iniziativa e dichiara: “Gli zoo camuffati da risorsa per il territorio non ci piacciono”. Secondo l’associazione ambientalista, l’arrivo dei lupi non farebbe che aumentare l’attrattività del luogo, criticato per i suoi comportamenti poco attenti al benessere faunistico.

Lupi nel Parc Animalier di Introd: le critiche di Legambiente

Dietro imprese quali i Parc Animalier (i parchi faunistici, ndr) – sostiene l’associazione ambientalista – si nasconde un commercio che ribalta la logica secondo la quale sono mantenuti in cattività animali selvatici che, o per le ferite riportate o per altre disgrazie, non possono essere reimmessi in natura. Nonostante le apparenze e malgrado il loro successo, questi zoo offrono una visuale distorta del benessere animale perché inseriscono gli esemplari non nel loro ambiente naturale ma in un habitat finto, senza alcuna funzione educativa o ambientale”. Per Legambiente l’acquisizione dei due lupi non farebbe che aumentare “la triste attrattività dello zoo valdostano, che negli anni ha suggerito il sorgere di un suo clone a Champdepraz”.

Nel mirino di Legambiente, in particolare, lo spazio troppo ristretto dedicato agli animali: “Ai due lupi, che in natura percorrono decine di chilometri al giorno, sono dedicati 5.800 metri quadri di terreno recintato: solo per dare un’idea, un campo di calcio di quelli che vediamo alla tv misura più di 7.100 metri quadri”. E prosegue: “I proprietari del parco già ipotizzano la possibilità di una cucciolata: in questo modo, dopo aver incrementato le visite per mostrare i nuovi nati, potranno venderli, seguitando così il commercio di animali nati in cattività e, in quanto tali, utilizzabili solo per scopi simili. Ma i proprietari del Parco, il cui obiettivo è meramente lucrativo, fanno il loro mestiere, e sicuramente otterranno il loro scopo”.

Ma da condannare sarebbe anche il fatto che l’acquisto dei due lupi, provenienti da un altro parco faunistico dell’est europeo, è stato possibile grazie a un finanziamento pubblico. “Legambiente deplora l’uso distorto di soldi pubblici, che dovrebbero essere prioritariamente rivolti a sostenere il mondo agricolo e che invece vengono usati per progetti che offrono una visione falsata di una fauna, rinchiusa in recinti più o meno ampi, di cui la Valle è naturalmente generosa”. E ricorda: “Già nel 2005 era stata assegnata una bandiera nera della Carovana delle Alpi all’assessorato regionale all’Agricoltura e Risorse Naturali per un analogo contributo di 100.000 euro, funzionale alla nascita di questo Parc Animalier, proprio alle porte del Parco nazionale del Gran Paradiso”.