Gigi Riva film arriva al cinema e lo fa con un ambizioso docufilm diretto da Riccardo Milani, che dopo aver conquistato il box-office con commedie quali “Come un gatto in tangenziale” sceglie di provare a raccontare la leggenda del bomber del Cagliari, probabilmente il più grande centravanti della storia italiana. Il lungometraggio (quasi due ore e tre quarti di durata) sarà proiettato stasera alle 19 al Teatro Massimo nella città dove Riva, che oggi festeggia il 78esimo compleanno, ha scelto di trascorrere la sua vita ed è stato presentato stamattina alla stampa.

Gigi Riva film, una lunga intervista nella sua Cagliari

Gigi Riva si racconta seduto in poltrona, nella sua casa di Cagliari, l’immancabile sigaretta in mano. I primi fotogrammi mostrano la sua sagoma che percorre la battigia dell’incantevole spiaggia del Poetto spazzata dal maestrale, deserta come appare fuori stagione, quando il vento solleva la sabbia e non c’è sole che convinca a indugiarvi. “Sono un calciatore”, così si presentava Riva attaccante del Cagliari, “spero bravo e abbastanza fortunato. Il calcio per me è passione. Ci giocherei anche se dovessi pagare per farlo”. Il film, che sarà prima proposto nelle sale della Sardegna, ripercorre, con immagini in bianco e nero, l’infanzia dove Riva cominciò a tirare calci al pallone da bambino, nel campo dell’oratorio vicino a casa. A 9 anni la scomparsa del padre segnò l’ingresso in collegio e la lontananza dalla madre, poi persa all’età di 16 anni. Per il figlio lei intravedeva un futuro luminoso: “Il mio’ Gigi lo metteranno sulla Gazzetta”, profetizzava. Una vita segnata anche dal dolore per la scomparsa dell’amata sorella.

Gigi Riva film, l’amore ricambiato della Sardegna

Gigi Riva con la maglia del Cagliari in una foto d’archivio. ANSA

Ormai una leggenda, l’attaccante è stato fin da subito adottato, con amore ricambiato, dall’intera Sardegna. “Ero già mezzo sardo”, confida adesso Riva, con un sorriso, “quando sono arrivato qua”. Ai sardi lo accomunano molti tratti del suo carattere, fra tutti il linguaggio del silenzio.      ‘Rombo di tuono’, trascinatore del Cagliari dello scudetto nel 1970, potrebbe non partecipare alla première. Suo figlio Nicola, scherzando stamane con Milani (noto per successi come ‘Benvenuto presidente!’ e ‘Come un gatto in tangenziale’), ha rivelato che ancora non sa se suo padre apprezzerà il film, di cui il protagonista non ha voluto vedere neppure un’anticipazione, fedele al suo carattere schivo e introverso. Il ritratto che ne fa Milani, coronando un sogno che lo accompagna fin da bambino, è intenso, poetico, autentico e si sovrappone a immagini suggestive e struggenti di una Sardegna selvaggia, indomita, potente, un’isola un tempo rappresentata come luogo di punizione e di cui il calciatore ragazzino arrivato da Leggiuno (Varese) aveva un’istintiva paura, “una paura tremenda”.

Riccardo Milani e quel film che voleva fare da 20 anni

La sua storia l’ha scritta lui assieme alla Sardegna e ai sardi”. Il regista Riccardo Milani introduce così, parlando con l’AGI, il docufilm dedicato alla ‘leggenda’ del calcio e del Cagliari dello scudetto, ‘Gigi Riva. Nel nostro cielo un rombo di tuono’, presentato stamane  in anteprima alla stampa e di cui stasera è prevista la première nella città in cui l’ex attaccante vive e festeggerà oggi il 78esimo compleanno. L’incontro fra il regista di ‘Buongiorno presidente!’ e ‘Come un gatto in tangenziale’ e Riva risale a vent’anni fa. Milani sognava di scrivere e girare un film su di lui fin da quando era bambino. I primi minuti del lungometraggio mostrano la copertina di un quaderno di scuola: “In quarta elementare”, rivela il regista. “la maestra ci chiese di scrivere un tema su cosa ci avesse impressionato nel fine settimana e io raccontai la partita Fiorentina-Cagliari”.

Il racconto dei compagni di squadra


Il percorso umano e calcistico di Riva è raccontato anche attraverso le voci dei coprotagonisti dello scudetto del ’70, l’unico conquistato dal Cagliari, e filmati d’epoca. Compaiono, fra gli altri, gli ex compagni di squadra Enrico Albertosi, Beppe Tomasini ed Angelo Domenghini. “È un amico fraterno, da 60 anni, è stato anche il mio testimone di nozze”, ha ricordato stamane Tomasini. “Gigi resta l’attaccante più forte nella storia del calcio italiano. È il più grande di tutti. È sempre stato taciturno, non ci si poteva parlare ore e ore, ma diceva l’essenziale. Giocava per fare gol, si esaltava e quando segnava non voleva che l’abbracciassimo”. Le testimonianze proposte da Milani raccontano un calcio d’altri tempi, non ancora dominato e stravolto dalle leggi del mercato. “Con l’entusiasmo arrivi da tutte le parti, se sei amico lo resti tutta la vita”, ha ricordato Domenghini, ripercorrendo quell’epoca. “Noi davamo tutto, avevamo un gruppo fantastico per quello che facevamo in campo, soprattutto con Manlio Scopigno (l’allenatore del Cagliari dello scudetto, ndr). “Speriamo che Gigi possa rappresentare una cosa stupenda, per quello che ha dato, e che i bambini, guardando il film, ne capiscano la forza. Senza di lui non avremmo mai vinto lo scudetto”. 

Gigi Riva film è prodotto da Wildside, Vision Distribution, in collaborazione con Sky, è stato girato col sostegno della Regione Sardegna, della Fondazione Sardegna Film Commission, del Comune di Cagliari, della Fondazione di Sardegna e del Cagliari Calcio. “Se gli piacerà”, si augura Milani, al quale Gigi Riva ha poi aperto le porte di casa sua per il film, “gli avrò fatto un bel regalo di compleanno”.