All’interno della squadra di governo guidata da Giorgia Meloni non c’è dubbio che il ministro più chiacchierato finora sia stato Matteo Piantedosi: il neo responsabile degli Interni ha prima messo in chiaro la nuova linea in materia di immigrazione, poi ha fronteggiato con il pugno duro la vicenda del rave party abusivo alla periferia di Modena.

Proprio su questo punto il capo del Viminale è ritornato a commentare il nuovo decreto “Anti-Rave” da lui proposto (“Ma che va approvato in Parlamento e non sui social network”) e che ha scatenato una scia prolungata di polemiche da parte delle opposizioni: previsti fino a sei anni di carcere per “raduni pericolosi” con più di 50 partecipanti

Piantedosi sul Dl Anti-Rave: “Lotta all’illegalità è di interesse comune”

Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, non ci sta a subire passivamente le critiche piovute dal centrosinistra nelle ultime ore a proposito del decreto “Anti-Rave” e risponde a tono precisando i punti salienti del suo ragionamento.

Abbracciando il concetto in maniera ampia ha sottolineato che la lotta all’illegalità sia un progetto “di interesse comune”, definendo al contempo “offensivo” chiunque cerchi di allargare la platea di contesti di applicazione del decreto dove invece vengono esercitati dei diritti sanciti dalla Costituzione. E’ infatti sbagliato parlare di “raduni” in maniera così generalizzati, andando così a includere nella categoria anche manifestazioni che riguardano piazze e scuole, dove la libertà dei cittadini va legittimata (articolo 434 del codice penale).

Motivando la scelta di intervenire in maniera così drastica, Piantedosi sottolinea che le vittime dei rave abusivi sono gli stessi partecipanti (“Si rischiava una strage a causa delle condizioni del capannone“) ma al contempo causano danni e ripercussioni sull’intero tessuto socioeconomico di quei territori.

Infine, ultimo passaggio su Predappio a proposito di cui il ministro era forse stato leggermente frettoloso nella precedente dichiarazione (“Predappio e Modena non sono situazioni paragonabili a livello di infrazione della legge”). Il tiro viene dunque corretto sottolineando che “la manifestazione di Predappio è una pagliacciata che deploro nella maniera più assoluta, ma che tuttavia si svolge da anni senza incidenti e con il controllo delle Forze di Polizia”.