Il campo largo scricchiola. Nel Lazio la larga coalizione che ha sostenuto il governo di Nicola Zingaretti, componendo quello che viene definito il modello Lazio, è lungi dal poter essere riproposto. A regnare, in questa fase, sono i personalismi. Sia il Movimento 5 Stelle che il Terzo Polo, infatti, sermbrano scettici circa la possibilità di correre con un Partito Democratico così debole. Sia il partito di Giuseppe Conte che la federazione di Carlo Calenda, in effetti, hanno trovato un giovamento elettorale dal correre autonomamente. Alle elezioni politiche è stato così e, a questo punto, potrebbe essere altrettanto in vista delle regionali nel Lazio. Insomma, la riproposizione del campo largo sembra cosa complicata e coloro che sono in aria di candidatura sembrano risentirne. Si è espresso nel merito Daniele Leodori, attuale Vice Presidente e nome in pole per essere il candidato del centrosinistra. Su Facebook ha detto:

Le vicende di queste ultime settimane impongono una riflessione seria e importante che voglio condividere con chi mi accompagna ogni giorno e chi ci supporta. Il lavoro che abbiamo svolto in questi anni in Regione Lazio ha prodotto risultati importanti. È stato possibile grazie alla qualità umana delle persone impegnate in questo progetto ma anche alla capacità di condividere le scelte con un’alleanza ampia, che ha lavorato nella stessa direzione. Siamo stati la prima Regione ad allargare l’alleanza di centrosinistra con una coalizione che includeva il Movimento Cinque Stelle e gli unici ad avere nella nostra maggioranza contemporaneamente anche i rappresentanti di Azione,Italia Viva, Demos e le forze ambientaliste e di sinistra. I risultati raggiunti sono stati frutto anche di questa unità. Nei mesi scorsi ho dato la disponibilità a proseguire l’esperienza condotta in questi anni in Regione Lazio anche impegnandomi in prima persona, anche con le primarie, per continuare questo lavoro con una coalizione unita e ampia. In questo momento il progetto del campo largo mi sembra più fragile e ne prendo atto. Non sta a me giudicare le scelte di altri partiti, ma, è chiaro che la mia disponibilità fosse legata fortemente alla possibilità di proseguire questa esperienza.Per quello che mi riguarda, continuerò a lavorare per realizzare questo disegno unitario finché sarà possibile. Perché a mio avviso rimane necessario per dare al Lazio continuità e qualità amministrativa e, allo stesso tempo, battere le destre. Proseguirò il mio impegno da Vicepresidente fino alla fine con la serietà e la passione che da sempre contraddistinguono il mio lavoro. Continuerò anche a impegnarmi per il nostro territorio perché non posso non ricambiare la fiducia e la stima che tanti ripongono in me.

Quello di Leodori, in altre parole, sembra un vero e proprio passo di lato. Per non dire, drasticamente, passo indietro. Senza campo largo si spianerebbero le porte per una vittoria netta del centrodestra ed il potenziale candidato, di aria dem, potrebbe guardarsi dall’esporsi come vittima sacrificale.

Regionali Lazio: cosa dicono i sondaggi

Una rilevazione di Repubblica parla chiaro: Daniele Leodori è il candidato preferito per gli elettori del centrosinistra (28,7% lo premia). Più staccato Alessio D’Amato, l’attuale Assessore alla Sanità gradito dall’area terzopolista. 26,7% il punteggio ottenuto. Al terzo posto una sorpresa: Marta Bonafoni. La capogruppo della lista civica Zingaretti, che nelle settimane addietro ha avviato una mobilitazione dal basso affinché si procedesse ad un metodo plurale di individuazione del candidato, ha registrato il 23,8% delle preferenze. Quella di Bonafoni sarebbe una candidatura di rottura, vicina all’area di Elly Schlein, e decisamente più a sinistra rispetto ai big dem. Più staccati Enrico Gasbarra, Marianna Madia Michela Di Biase.

Sì al campo largo

Il dato più rilevante che emerge dal sondaggio di Repubblica, però, è che il 43,6% dei votanti gradirebbe la formula del campo largo. Circa un 15% Pd ed M5s senza Terzo polo. Il resto, opterebbe per una corsa solitaria dei vari partiti. Insomma: il capo largo, anche agli occhi dei potenziali elettori del centrosinistra, appare come l’unica chance possibili per avere una possibilità. La possibilità di continuare a governare la regione Lazio dopo il decennio Zingaretti.