E’ piuttosto ampia la cassa di risonanza generata dalle prime disposizioni in materia covid-19 di Orazio Schillaci, neo ministro della Salute, ma c’è chi si chiede che fine farà l’ultimo provvedimento ancora in vigore: quello delle mascherine.

Schillaci non ha risposto direttamente al quesito, al suo posto lo ha fatto Filippo Anelli, presidente di Fnomceo (Ordine dei medici), il quale si allinea alle disposizioni citate ieri ma con una puntualizzazione.

Covid e mascherine, decadenza di obbligo dall’1 novembre?

Mascherine sì, mascherine no: è questo il prossimo nodo da sciogliere per il ministero della Salute in materia covid-19. Seguendo la linea (e le parole) adottata fin qui dal nuovo Esecutivo, è probabile che a partire dal 1 novembre possa decadere l’obbligo laddove è ancora in vigore: via dunque i dispositivi di protezione da ospedali e Rsa per i visitatori e i pazienti, sebbene manchi ancora l’ufficialità.

Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici, ha commentato gli ultimi sviluppi in un’intervista a La Stampa, in cui si dice concorde con le decisioni prese ieri da Orazio Schillaci (“Era giusto mandare un messaggio di ritorno alla normalità“) e dall’altra parte chiarisce che ciò “non significa che ognuno potrà fare come gli pare“. In breve, negli ambienti sanitari e ospedalieri vigeranno i protocolli attualmente dettati da Asl e autorità competenti in relazione alle misure di sicurezza.

Come già attuato anche da altri colleghi, il numero uno di Fnomceo ricorda che “la pandemia non è finita” e che ciascun direttore generale delle Asl può far valere l’obbligo di mascherina o di vaccinazione sul singolo caso: lo prevede la legge 81/2008. Sul tema mascherine, Anelli preme poi per la nuova dicitura “fortemente raccomandato” se dovesse decadere l’obbligo, in particolare nei reparti in cui sono ricoverate le fasce più deboli e fragili. In breve, no a infrazioni che vadano contro le regole e l’interesse dei pazienti.

Ultima discussione sul ritorno dei medici no-vax dal periodo di sospensione (“Grazie alla mascherina Ffp2 non metteranno a rischio anche i pazienti più gravi”) e sul taglio delle liste d’attesa, dove l’imperativo rimane un accordo tra pubblico e privato.