Lo dice senza mezzi termini, Yeman Crippa: “In tanti si dopano per ignoranza. Con Antibo non parlo”. È giunto da poco in Kenya, il Campione europeo dei 10 mila metri, per allenarsi a 2.300 metri di altitudine. Un allenamento che durerà per circa un mese, fino a fine novembre, per poi tornare in Italia per gli Europei di cross programmati per l’11 dicembre a Torino.


Le parole di Crippa


In un’intervista a La Gazzetta dello Sport, Crippa ha spiegato l’importanza che riveste il Kenya per lui:


Dopo le feste e gli impegni per le medaglie di Monaco il posto è perfetto per pensare solo ad allenarsi. Ci sono poche distrazioni. L’ho sperimentato lo scorso anno. Stavolta poi ho compagnia visto che fino al 17 novembre ci saranno anche i miei amici Ala e Osama Zoghlami.


Il classe 1996 ha bene in mente quali sono i suoi obiettivi:


Insieme ai gemelli Zoghlami abbiamo come primo obiettivo gli Europei di cross dell’11 dicembre a Venaria Reale, a Torino. Poi gareggerò alla BOclassic il 31 dicembre e al Campaccio il 6 gennaio. Successivamente tornerò qui per preparare l’esordio in maratona, tra fine febbraio e inizio marzo, ancora non so dove.


Sul suo futuro, ha poi aggiunto:


Passando da un avvicinamento mirato fatto di 3000 e 5000, ai Mondiali di Budapest inseguirò un super 10000. Poi, per la stagione olimpica, vedremo.


Successivamente ha commentato il caso dei venti maratoneti kenyani positivi al doping:


Penso che coloro che barano siano molti di più. Come in Etiopia o in Uganda. Perché lo fanno? Per fame e ignoranza. Sanno i rischi ai quali vanno incontro, ma la voglia di emergere e di guadagnare è più forte. Spesso vengono tirati in ballo allenatori e manager: è un errore. Gli atleti si mettono nei pasticci da soli. Cosa ne penso del caso Adbelwahad? Ho un’idea, ma aspettiamo l’esito delle controanalisi. Non voglio espormi prima.


Crippa ha poi concluso con due parole su Totò Antibo:


Certi suoi commenti sul mio conto non mi sono piaciuti. ‘Deve crederci di più… Mi ha tolto i record grazie alle scarpe di nuova generazione e alle tecnologie… Io si che avevo l’allenatore giusto’. Rispetto lui e i campioni azzurri dell’epoca e spero un giorno di emularli. Però, oggi, non solo non chiederei loro consigli, ma con loro nemmeno vorrei chiacchierare.