In Russia è il grande giorno del Valdai Discussion Club, la grande tavola rotonda organizzata annualmente dal presidente Vladimir Putin: al suo interno, il capo del Cremlino ha risposto a numerose domande sull’operazione speciale in Ucraina.

Istituito nel 2004, l’evento deve il nome al Lago Valdai di Veliky Novgorod dove si svolse la prima edizione. Quella attuale si tiene invece a Mosca e assume un significato speciale in virtù dell’attuale assetto geopolitico sovietico.

Putin sull’Ucraina: “Aiea verifichi presenza bomba sporca”

Difficilmente poteva esserci un’occasione migliore del Valdai Discussion Club per ottenere risposte direttamente da Vladimir Putin sull’Ucraina. La kermesse tradizionalmente organizzata dal Cremlino è servita a fare il punto sulla situazione attuale oltreconfine e a rivendicare le ragioni alla base dell’operazione speciale militare.

Tra i punti toccati dal leader russo c’è stato il rischio di una bomba nucleare, con la Russia che ha accusato Kiev nei giorni scorsi. Putin ha sottolineato che il suo Paese non ha alcuna ragione politica o militare per avanzare un attacco nucleare contro l’Ucraina. Chi accusa Mosca dovrebbe “leggere la dottrina nucleare della Federazione per capire in quali casi si possono utilizzare legittimamente armi nucleari”.

Inoltre, per confermare il sospetto di una “bomba sporca”, ha invitato i responsabili dell’Aiea a verificare di persona tale situazione. Anche sulla questione Zaporizhzhia, che rimane oggetto di schermaglie, Putin definisce “pazzi” coloro i quali pensano che la Russia abbia alcun interesse a bombardare la centrale nucleare. E’ l’Occidente che ha bisogno di nuovi argomenti a cui aggrapparsi per giustificare il suo atteggiamento aggressivo verso la Russia. L’affondo arriva anche nei confronti della NATO, che ha escluso la Russia dai negoziati comuni sull’espansione dell’Alleanza Atlantica a oriente:

Nessuno è stato o sarà in grado di distruggere la Russia o di cancellarla dalle mappe geopolitiche. La Russia difende il suo “diritto di esistere” a dispetto dell’Occidente. L’Occidente è ad un passo dallo sterminio di chi non piace. Anche nella Guerra fredda, quando i due sistemi erano contrapposti, a nessuno delle due parti veniva in mente di cancellare la cultura, l’arte dell’avversario, la sfera umanitaria andava trattata con rispetto per conservare per il futuro la base dei rapporti sani. I nazisti hanno bruciato i libri e in Occidente ora hanno vietato Dostoevski e Tchaikovski.

Successivamente, ha rivendicato l’operazione speciale militare chiamando in causa il principio universale della sovranità dei popoli. Per tale ragione, l’unico garante della sovranità ucraina è il popolo russo, da cui Kiev deriva, ben consapevole della missione orientata alla coesione sociale: è la storia a sostenere che russi e ucraini siano parte del medesimo popolo.

Poi ha raccontato l’origine che lo ha spinto a intervenire il 24 febbraio scorso: l’obiettivo principale, come già dichiarato precedentemente, era l’aiuto al Donbass tuttavia non poteva essere sufficiente riconoscerne l’indipendenza (come accaduto il 21 febbraio), poiché da soli non sarebbero sopravvissuti alla brutalità ucraina. Queste le parole:

Per otto anni hanno costruito fortificazioni nel Donbass e abbiamo capito che questo processo sarebbe continuato e se lo avessimo lasciato andare le nostre perdite sarebbero state maggiori.