L’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa (oggi generale dei carabinieri forestali), durante un’intervista rilasciata a La Repubblica, ha espresso il suo pensiero sui pericoli per la questione ambientale.

Intervista a Sergio Costa: “Questa sicurezza energetica mi lascia perplesso”

Il ministero della Transizione Ecologica oggi è il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Scompare quindi il riferimento all’Ecologia. E su questo punto Costa riflette:

Da un lato sono contento che il nome di base sia ministero dell’Ambiente. Avrei preferito che anche il ministero della Transizione ecologica si chiamasse ministero dell’Ambiente e per la Transizione ecologica. Mi preoccupa, però, il riferimento alla sicurezza energetica, un concetto che non riguarda e, anzi, stride con quello di tutela ambientale. È come se si stesse immaginando di mettere in sicurezza il Paese, indipendentemente dal tipo di energia. Ma il tipo di energia incide sul climate change che, a sua volta, incide sull’ecologia del pianeta, sulla biodiversità e sugli ecosistemi. Questa ‘sicurezza energetica’ mi lascia perplesso, perché diventa quasi contingente al momento, senza visione politica. È pur vero che si mette il sigillo a un percorso ormai intrapreso da tempo. Il miTe era già concentrato sulla sicurezza energetica, soprattutto attraverso il gas, le trivellazioni e una certa apertura al nucleare di terza e quarta generazione.

La tutela del mare 

Nel 2018 è stato Sergio Costa a presentare la legge Salvamare (approvata in via definitiva a maggio 2022). Ed ora, alla domanda di cosa ne pensa del ministero delle Politiche del mare e del Sud risponde:

Credo che questo spacchettamento del tema del mare, legato poi al Sud, lanci un messaggio controverso: ma perché, il mare al Nord non c’è? E la Liguria? Il Santuario dei Cetacei? E poi il mare è parte dell’ecosistema. Ricordo che collegavo la tutela del mare, le aree marine protette, il plastic free anche con la tutela del territorio ed era un tutt’uno. Ora mi viene da chiedermi su questi temi quanti galli del pollaio debbano parlare. Avrebbe avuto senso rinforzare la politica del mare all’interno del ministero dell’Ambiente, il motivo per cui da ministro ho istituito la Direzione generale del Mare.

Sovranità alimentare, Costa: “Investire sulla qualità non sulla quantità”

In questi giorni si è molto discusso del concetto di ‘Sovranità alimentare’, la cui origine è dovuta alla ong ‘Via Campesina’. Secondo Costa, il nostro Paese dovrebbe investire su agricoltura di qualità e non di quantità:

Credo in questo momento di difficoltà sia legittimo discutere sull’opportunità o meno per l’Italia di coltivare questi ettari in più, ma dovremmo chiederci che tipo di agricoltura si vuole fare. Non ha senso coltivare un milione di ettari in più per cereali che si producono in tutto il mondo, ne ha molto coltivare, ad esempio, mela annurca o limoni per produrre limoncello, perché il vantaggio per gli agricoltori è maggiore, oltre al fatto che ci si pone sul mercato internazionale con marchi di un livello diverso. Agricoltura di qualità, però, significa anche sostenibile, che rispetti la natura e che non sia aggressiva dal punto di vista dei pesticidi. Vorrei sapere cosa ne pensa Lollobrigida a riguardo.