Di fondamentale importanza, tanto strategica quanto vitale, per l’economia è trovare una soluzione nel più breve tempo possibile alla sfida energetica che l’Europa è chiamata ad affrontare in una decade già segnata da profonde difficoltà sanitarie, ma dalla quale, in maniera inconfutabile, si è potuto costatare quanto sia importante agire uniti su un fronte comune.

Il Summit che si è svolto nella capitale europea, con tema comune “ l’energia”, è stato soltanto una tappa di un lungo, spesso tortuoso, percorso ad ostacoli nel quale l’Italia, rappresentata dal premier uscente Mario Draghi, ha saputo raccogliere i frutti di un eccellente lavoro di mediazione tra le parti.

 “Uniti nella diversità” proprio come recita il motto, su cui è fondata l’unione Europea, è stato raggiunto un accordo nell’interesse comune.

Tetto al prezzo del gas, una sfida per l’Europa

Bisogna tornare al 24 febbraio 2022 quando l’esercito russo invadeva l’Ucraina.

Un conflitto bellico ai confini dell’Europa destabilizzava in pochissimo tempo un equilibrio, economico e sociale, costruito da anni di diplomatici rapporti internazionali.

La notizia dell’azione militare intrapresa da Mosca, spinse in pochissime ore le borse economiche delle piazze internazionali in profondo rosso, accentuando cosi la corsa a rialzo dei beni energetici, e non solo, già iniziata nei mesi precedenti come chiaro campanello d’allarme che l’equilibrio economico nelle contrattazioni internazionali stava vacillando.

A Marzo il primo consiglio Europeo

Per tentare di arginare l’aumento dei prezzi sulle materie energetiche l’Europa si riuniva già a Marzo, dopo pochissimi giorni dall’invasione militare ai danni dell’Ucraina, con il proposito di intraprendere azioni mirate.

La dipendenza energetica dal gas russo, con il gasdotto Nord Stream 1, imponeva una rapida ed efficace azione preventiva per salvaguardare il vecchio continente da improvvisi aumenti dei prezzi, ma allo stesso tempo, garantire la sussistenza energetica necessaria sia per l’economia ma anche per la sicurezza dell’Europa.

L’Italia, considerata la forte dipendenza condivisa con altri stati membri dal gas estero, propose subito un tetto al prezzo del gas da applicare sulle importazioni.

La proposta italiana, se pur valida e condivisa, trovò l’opposizione della Germania, Olanda e Austria; timorose dalla possibilità che, applicando un tetto al prezzo delle importazioni di gas, importanti fornitori potessero essere scoraggiati dai bassi profitti della vendita del gas all’Europa.

La Germania, in particolar modo, era nettamente contraria alla proposta varata dall’Italia. Berlino riteneva che il problema del prezzo del gas fosse meno rilevante rispetto a garantirsi approvvigionamenti costanti e sicuri per le loro imprese.

Il disappunto con la proposta avanzata dall’Italia da parte di Germania, Olanda e Austria e la conclusione del summit con nessun provvedimento chiaro e preciso da intraprendere per mitigare la corsa al rialzo del costo del gas, spinse i singoli stati europei ad acquisti non congiunti.

La politica d’acquisto individuale non permetteva ai singoli stati di ottenere contrattazioni economiche favorevoli. In poco tempo, il fallimento degli interventi diplomatici per interrompere l’escalation militare e il vertiginoso, quasi incontrollato, aumento dei prezzi del gas creava una pericolosissima alchimia in grado di paralizzare l’economia europea.

La Germania ammette la necessità di acquisti congiunti di Gas

Mentre i prezzi del gas sul mercato Ttf di Amsterdam segnavano record continui in rialzo, e con i timori dei possibili effetti che si sarebbero potuti verificare con la stagione invernale alle porte caratterizzata da un più elevato consumo di gas naturale, Berlino ammette la necessità di procedere ad acquisti congiunti di gas; seguendo il filone già ampiamente collaudato con i vaccini adottati per contrastare il Covid-19.

Summit autunnale, l’Europa accelera sugli accordi:

Nei due giorni del consiglio europeo di Bruxelles, che si è svolto il 20 e 21 ottobre, ha permesso di trovare l’intesa sulla politica energetica da adottare per garantire all’Europa forniture di gas regolamentate con un price cap dinamico da applicare sulle importazioni di gas.

La trattativa è stata lunga, spesso in contrapposizione con le diverse necessità d’intervento esternate dai rappresentanti dei vari stati membri, ma al termine di dieci lunghe ore di trattative si è raggiunta l’intesa.

Difficile è stabilire se il price cap dinamico sulle importazioni di gas sia sufficiente, la proposta dovrà essere analizzata dal consiglio energia europeo che potrà richiedere anche un nuovo incontro degli stati membri per approfondire le norme e le tempistiche da adottare. Per adesso, l’unica certezza è di aver condiviso una road map da seguire nell’interesse comune.

Nove punti dell’accordo europeo per affrontare la sfida energetica

L’accordo, che ha permesso ai ventisette stati membri di trovare un’intesa, racchiude nove punti.

  1. Acquisto congiunto di gas.

Prevede una quota obbligatoria pari al 15% del volume totale degli stoccaggi.

I singoli stati membri devono impegnarsi a stipulare contratti per l’acquisto del gas con partner affidabili, sfruttando il “peso” collettivo dell’intera unione europea.

  • Nuovo indice per il prezzo del gas.

Entro l’inizio del 2023 bisognerà prendere come riferimento per le contrattazioni economiche un indice alternativo al Ttf di Amsterdam.

  • Prezzo dinamico e temporaneo.

Il tetto al prezzo del gas che l’UE applicherà alle importazioni dovrà essere dinamico, oscillando tra un valore minimo e un valore massimo.

  • Gas destinato alla produzione di energia elettrica.

Bisognerà stabilire un tetto massimo al prezzo della quota del gas destinato alla produzione di energia elettrica nelle centrali termoelettriche.

  • Volatilità dei prezzi.

Rendere più trasparenti i mercati energetici, evitando la volatilità dei prezzi del gas.

  • Semplificazione.

Velocizzare le autorizzazioni per la produzione di energia elettrica dalle fonti rinnovabili.

  • Solidarietà energetica.

Attuare piani di solidarietà, tra gli stati membri, per fronteggiare possibili interruzioni dell’approvvigionamento di gas.

  • Efficienza energetica.

I singoli stati membri devono impegnarsi nell’adottare politiche mirate al risparmio energetico.

  • Competitività e resilienza economica.

Utilizzare tutti gli strumenti idonei, a livello nazionale e dell’UE, per garantire la competitività economica a livello globale mantenendo l’integrità del mercato unico.

Gianni Truini