Una nuova scia di sangue segna il perdurare della guerra civile in Birmania: un raid aereo nella regione settentrionale di Kachin ha infatti provocato almeno 50 vittime. L’episodio è accaduto domenica sera (ora locale), durante i festeggiamenti per l’anniversario dell’indipendenza dei Kachin: la minoranza etnica di religione cristiana del Paese.

Birmania, lontana la fine della guerra civile

La dura repressione perpetrata dal governo militare guidata dal generale Min Aung Hlaing non è bastata a sedare il malcontento della resistenza. Così, la guerra civile continua a dilaniare la Birmania da quasi due anni, con attacchi e aggressioni che spesso sfociano in violenza.

L’ultima tragedia riguarda la minoranza cattolica dei Kachin, un gruppo residente nel nord del Paese e orgogliosamente indipendentista. Proprio la libertà era il sentimento predominante domenica sera, 62esimo anniversario della fondazione dell’Organizzazione per l’indipendenza Kachin. Tutto avviene all’improvviso, dall’alto calano una serie di ordigni (almeno cinque secondo le prime ricostruzioni) che esplodono sulla folla impaurita: il bilancio è alto, 50 vittime, e avrebbe potuto essere ben peggiore secondo fonti informate.

Almeno 500 le presenze certificate al raduno dei Kachin, ci sono anche vittime illustri considerate veri e propri punti di riferimento per la cultura Kachin. Sul web i video spiegano meglio delle parole l’impatto delle bombe, teli verdi portano via i cadaveri dalle strade dei villaggi.

Molte le condanne, a cominciare da quella americana (“Violati i principi e le regole del diritto umanitario internazionale”), proprio quando il Paese è stato declassato a Stato terrorista in virtù di operazioni legate al riciclaggio di denaro per l’acquisto di armi.