Ieri è iniziata ufficialmente l’avventura del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni e, in occasione dell’Angelus di oggi, Papa Francesco ha voluto salutare il nuovo esecutivo: durante la preghiera il Santo Padre ha lanciato l’ennesimo appello di pace per l’Ucraina e ha rivolto un pensiero anche all’Etiopia, teatro anch’essa di un furioso conflitto.

Papa Francesco saluta il nuovo governo durante l’Angelus

Nella preghiera dell’Angelus di oggi Papa Francesco ha riservato un pensiero al nuovo governo italiano, nel giorno in cui c’è stato il passaggio di consegne tra Mario Draghi e Giorgia Meloni. Questo il messaggio del Pontefice al nuovo esecutivo:

“Oggi all’inizio di un nuovo governo preghiamo per l’unità e la pace dell’Italia”

Il Papa richiama l’importanza di un atteggiamento umile e mette in guardia le persone dal narcisismo e dall’esibizionismo, minacce non solo per i leader politici e le persone comuni, ma anche per gli uomini di Chiesa:

“Vigiliamo sul narcisismo e sull’esibizionismo, fondati sulla vanagloria, che portano anche noi cristiani, noi preti, noi vescovi ad avere sempre una parola sulle labbra: ‘Io, io, io. Io ho fatto questo, io ho scritto quest’altro, io l’avevo detto, io l’avevo capito’, e così via. Dove c’è troppo io, c’è poco Dio: verifichiamo se in noi c’è l’intima presunzione di essere giusti che ci porta a disprezzare gli altri. Succede, ad esempio, quando ricerchiamo i complimenti e facciamo sempre l’elenco dei nostri meriti, l’elenco delle nostre buone opere, quando ci preoccupiamo dell’apparire anziché dell’essere, quando ci lasciamo intrappolare dal narcisismo e dall’esibizionismo: per vivere l’incontro con Lui ed essere trasformati dalla preghiera, per elevarci a Dio, c’è bisogno di scendere dentro di noi, coltivare la sincerità e l’umiltà del cuore, che ci donano uno sguardo onesto sulle nostre fragilità e povertà. Nell’umiltà, infatti, diventiamo capaci di portare a Dio, senza finzioni, ciò che siamo, i limiti e le ferite, i peccati e le miserie che ci appesantiscono il cuore, e di invocare la sua misericordia perché ci risani, ci guarisca e ci rialzi. Più noi scendiamo con umiltà, più Dio ci fa salire in alto”

La guerra in Ucraina e il conflitto etiope

La guerra in Ucraina è giunta al giorno numero 242 e gli appelli di pace di Papa Francesco non sono destinati a finire. Nella preghiera dell’Angelus di oggi il Bergoglio ha parlato sia del conflitto ucraino che di quello che si sta vivendo in Etiopia:

“Dopodomani martedì 25 ottobre mi recherò al Colosseo a pregare per la pace in Ucraina e nel mondo insieme ai rappresentanti delle Chiese e comunità cristiane e delle religioni mondiali riunite a Roma per l’incontro ‘Il grido della pace’. Invito a unirvi spiritualmente a questa grande invocazione a Dio. La preghiera è la forza della pace. Preghiamo, continuiamo a pregare per l’Ucraina così martoriata. Ancora una volta ripeto con animo accorato che la violenza non risolve le discordie ma soltanto ne accresce le tragiche conseguenze. Faccio appello a quanti hanno responsabilità politiche affinché cessino le sofferenze della popolazione inerme che si trovino soluzioni eque per una Pace duratura in tutto il Paese”