Antonio Zequila torna a parlare ai microfoni di Radio Cusano Campus nella trasmissione “Che Musica Maestro” con Arianna Caramanti e Lele Martinelli per ricordare l’appuntamento con “Un sogno nel cuore” la partita organizzata da “We Aut L’Oasi” di cui l’attore è testimonial che si terrà a Pescara il 29 ottobre alle 16.00 allo Stadio Adriatico in sostegno dei bambini autistici ma anche per parlare delle sue esperienze che lo hanno visto partecipe in alcuni reality.

I reality show

Antonio Zequila, che fine ha fatto? Se lo stanno chiedendo in molti ma lui stesso rassicura tutti e parla ai microfoni di Radio Cusano Campus anche di altri progetti oltre dei reality fatti in questi anni.

“Radio Cusano Campus porta fortuna! Dopo le vostre interviste mi hanno chiamato molto spesso in tv. Ho vissuto il periodo della pandemia dall’interno della casa del Gf Vip, fu una situazione surreale soprattutto quando uscimmo perché dopo tre mesi di reclusione passammo comunque a chiuderci nelle nostre case senza poter fare ospitate né spostamenti… Quest’anno ho partecipato all’Isola dei Famosi che è un’esperienza meno mentale ma più fisica, è davvero dura soprattutto alla mia età… Dopo 17 anni sono tornato a partecipare a questo reality e diciamo che la differenza si sente, è un programma che va bene quando si è più giovani per affrontare al meglio le prove fisiche. Questa edizione è stata molto esasperata, abbiamo mangiato riso crudo, io e Floriana Secondi siamo stati legati quattro giorni, lei è stata bivalente alternando momenti di lucidità a momenti di estrema follia. Anche quella fu una prova molto dura, siamo stati legati anche per fare i nostri bisogni, io ci sono riuscito perché vado regolarmente in bagno, lei è stata tutto il tempo senza andarci… E’ un realtà tosta quella dell’Isola dei Famosi che però ripeterei visto che pecunia non olet: mi hanno già chiamato dalla Spagna per “Supervivientes”, staremo a vedere se la mia partecipazione alla versione spagnola si concretizzerà!

Su Marco Bellavia al GF Vip

“Prima di entrare nella casa si viene visitati da uno psicologo: bisogna capire che il Gf non è una vacanza dove si va a ritrovare se stessi ma è un gioco al massacro in cui ogni persona è disposta a sbranare l’altro. Quello che è successo a Marco Bellavia non mi ha meravigliato perché è esattamente quello che accade nella vita di tutti i giorni: in questo lavoro funziona così! Nella casa del Gf, Bellavia avrebbe dovuto tirare fuori tutte le sue forze, fare auto training senza pretendere l’aiuto delle altre persone perché tutti noi che abbiamo fatto questa esperienza abbiamo avuto difficoltà lì dentro e nostalgia per le persone care. Lui purtroppo non stava più lavorando e non era più abituato a questo mondo di belve dove tutti sono pronti a sbranarti per apparire.”