Anche la politica italiana commemora soprattutto a mezzo social l’anniversario del 16 ottobre 1943, più comunemente conosciuto come “sabato nero” di Roma: in quell’occasione avvenne infatti il rastrellamento all’interno del ghetto ebraico della Capitale, oltre un migliaio di persone venne deportata nei campi di concentramento di Auschwitz.

Su oltre 1.250 persone deportate, solamente 16 fecero ritorno. Oggi c’è un solo superstite di quell’incubo, il 91enne Emanuele Di Porto.

Rastrellamento ghetto, il ricordo di Meloni e La Russa

L’anniversario del rastrellamento nel ghetto ebreo di Roma è l’occasione per compattare il sentimento nazionalista della politica italiana, particolarmente divisa negli ultimi giorni successivamente all’elezione delle Camere. Fratelli d’Italia, finita nel mirino della critica dell’opposizione proprio per la sua dietrologia, esprime cordoglio e vicinanza al popolo ebreo in ricordo di una grande tragedia umana.

Giorgia Meloni parla di “vile e disumana deportazione di ebrei romani” da parte del regime nazifascista, ricordando soprattutto il nome di donne (689) portate via con la forza. Una “memoria” che deve fungere da “anticorpo contro l’indifferenza e l’odio, per continuare a combattere, in ogni sua forma, l’antisemitismo”

Queste le parole della leader di FDI.

Il 16 ottobre 1943 è per Roma e per l’Italia una giornata tragica, buia e insanabile. Quella mattina, pochi minuti dopo le 5:00, la vile e disumana deportazione di ebrei romani per mano della furia nazifascista: donne, uomini e bambini furono strappati dalla vita, casa per casa. Più di mille persone furono deportate e di loro solo quindici uomini e una donna fecero ritorno. Nessuno dei bambini. Un orrore che deve essere da monito perché certe tragedie non accadano più. Una memoria che sappia essere di tutti gli italiani, una memoria che serve a costruire gli anticorpi contro l’indifferenza e l’odio. Una memoria per continuare a combattere, in ogni sua forma, l’antisemitismo”

Anche il neo presidente del Senato Ignazio La Russa descrive quel giorno come “una delle pagine più buie della nostra storia”, ribadendo l’impegno delle istituzioni a “tramandarne il ricordo affinché n futuro non si ripetano mai più simili tragedie” e infine rivolgendo un pensiero di vicinanza alla comunità ebraica.

La memoria delle opposizioni

Tra gli altri leader che hanno voluto omaggiare il ricordo del 16 ottobre ci sono soprattutto esponenti del Partito Democratico: Letta, per esempio, si limita a un tweet stringato che sottolinea l’esiguo numero di superstiti del viaggio verso l’inferno. Fiano parla di “Shoah italiana” e invita a sua volta a mantenere vivo il ricordo, l’ex sindaco di Torino Piero Fassino ricalca invece l’immagina di “pagina buia della storia italiana”.

Dal fronte del Movimento 5 Stelle è il leader Giuseppe Conte a fare ammenda con un lungo messaggio sul suo profilo Facebook.

“Il 16 ottobre del 1943 le truppe nazifasciste rastrellarono e deportarono al campo di concentramento di Auschwitz oltre mille tra uomini, donne e bambini che abitavano nel Ghetto di Roma. Una ferita lacerante per la città e per l’intero Paese, una pagina nera della nostra storia che mai potrà essere cancellata. Questo anniversario non ci sfida a un mero esercizio di ricordo. È semmai monito affinché nelle Istituzioni e nelle nostre piazze e nelle nostre strade non sia mai abbassata la guardia contro un revanscismo culturale che ammicca a vecchie nostalgie. Affinché i valori antifascisti del nostro ordinamento costituzionale non siano mai più minacciati dalla demagogia eversiva. È un impegno che dobbiamo assolvere tutti insieme. Abbiamo il dovere morale, come cittadini e come comunità nazionale, di raccoglierlo, custodirlo e lasciarlo in dote a chi verrà dopo di noi.”