15 ottobre 2022. Si celebra oggi il centenario della nascita di don Luigi Giussani, il teologo italiano noto per aver fondato il movimento “Comunione e Liberazione” per diffondere i valori cardine del messaggio cristiano. Oltre 50mila i membri giunti questa mattina in piazza San Pietro per l’udienza di Papa Francesco.

Don Luigi Giussani: una vita dedicata alla fede

Nato nel 1922 a Desio, un piccolo comune nella provincia di Monza e della Brianza, Luigi Giussani riceve la prima introduzione alla fede cattolica dalla madre, Angelina Gelosa, ed è ancora giovanissimo quando, anche su sollecitazione del suo maestro elementare, decide di diventare prete. Nel 1933 entra nel seminario diocesano San Pietro Martire di Seveso, frequentando poi l’ultimo anno di ginnasio a Venegono Inferiore. Riceve l’ordinazione sarcedotale all’età di 23 anni, celebrando la sua prima messa nel suo paese natale il 31 maggio 1945 e diventando al contempo docente di teologia. Negli stessi anni viene colpito da una broncopolmonite che degenera presto in pleurite, avendo conseguenze permanenti sulla funzionalità dei suoi polmoni: un problema che lo costringe a rallentare la sua attività e i suoi studi per diversi anni.

La svolta arriva quando inizia a rendersi conto dell’ignoranza dilagante in tema di religione e decide di prendere parte alle azioni della Gioventù Studentesca dell’Azione Cattolica, con lo scopo di educare i giovani. Ma quello della diffusione dei valori cardine del cristianesimo è un obiettivo che continua ad interessarlo anche dopo. Tra il 1969 e il 1970 fonda con questo intento, sulle basi della Gioventù Studentesca, il movimento “Comunione e Liberazione” che, partendo dalla fede, si impegna anche in cause sociali e assistenziali e che conta ancora oggi, nonostante la morte di don Luigi Giussani nel 2005, migliaia di membri in tutto il mondo.

Le parole di Papa Francesco in occasione del centenario

A rendere omaggio a don Luigi Giussani, anche Papa Francesco, che questa mattina ha ricevuto in piazza San Pietro oltre 50mila fedeli di “Comunione e Liberazione” giunti da ogni parte del mondo. “Don Giussani è stato padre e maestro” – ha esordito – “Non è una mera nostalgia ciò che ci porta a celebrare questo centenario, ma è la memoria grata della sua presenza”. E ha proseguito, dopo aver sottolineato l’importanza dell’unità per il movimento:

Vorrei ricordare alcuni aspetti della personalità di don Giussani: il suo carisma, la sua vocazione da educatore, la sua Chiesa. Don Giussani è stato certamente un uomo di grande carisma personale, capace di toccare il cuore di migliaia di giovani. Ci possiamo chiedere ‘da dove veniva il suo carisma?’; proveniva da qualcosa che aveva vissuto in prima persona: da ragazzo a soli 15 anni era stato folgorato nella scoperta del mistero del Cristo, aveva intuito, non solo con la mente, ma con il cuore, che Cristo è il centro unificatore di tutta la realtà, la risposta a tutti gli interrogativi umani, la realizzazione di ogni desiderio di felicità, di bene, di amore e di eternità presente nel cuore umano. Lo stupore e il fascino di questo primo incontro con Cristo non lo hanno più abbandonato. […] Don Giussani attraeva, convinceva, convertiva i cuori perché trasmetteva agli altri ciò che portava dentro.

Poi, l’invito ai fedeli ad accogliere la sua eredità educativa e spirituale, prima di concludere citando lo stesso teologo: “L’autorità assicura la strada giusta, il carisma rende bella la strada”.