Accadde oggi, 14 ottobre 1962: inizia la crisi dei missili a Cuba. Nota anche come “crisi di ottobre” o “crisi dei Caraibi”, si trattò di un duro confronto in piena “Guerra Fredda” tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Tutto nacque per il dispiegamento di missili balistici sovietici a Cuba, in risposta a quelli statunitensi schierati in Italia, Turchia e Gran Bretagna. La crisi esplose quando alla Casa Bianca c’era John Fitzgerald Kennedy (nella foto) e al Cremlino Nikita Kruscev. Il mondo per 13 giorni, fino al 28 ottobre, fu sull’orlo della terza guerra mondiale, una guerra nucleare.

Accadde oggi, 14 ottobre 1962: inizia la crisi dei missili a Cuba

Come reazione alla fallita invasione della Baia dei Porci del 1961 e alla presenza di missili balistici americani Jupiter nelle dieci basi in Italia e nelle cinque basi in Turchia, l’allora leader sovietico Kruscev decise di accettare la richiesta di Cuba di posizionare missili nucleari sull’isola al fine di scoraggiare una possibile futura invasione. L’accordo venne raggiunto durante un incontro segreto tra lo stesso Kruscev e Fidel Castro nel luglio 1962; la realizzazione delle strutture di lancio dei missili fu avviata poco più tardi.

La scoperta statunitense dei missili sull’isola di Cuba

Il Cremlino negò la presenza di pericolosi missili sovietici a 90 miglia dalla Florida; ma i sospetti vennero confermati quando un aereo spia Lockheed U-2 dello United States Air Force produsse evidenti prove fotografiche della presenza di missili balistici a medio raggio e intermedi. Gli Stati Uniti a quel punto decisero di allestire un blocco militare per impedire che ulteriori missili potessero giungere a Cuba, annunciando che non avrebbero consentito nuove consegne di armi offensive a Fidel Castro e chiedendo che i missili già presenti sull’isola fossero smantellati e restituiti all’Unione Sovietica.

Il lungo e serrato negoziato USA-URSS

Dopo un lungo periodo di stretti negoziati venne raggiunto finalmente un accordo tra il presidente americano e quello russo. I sovietici annunciarono che avrebbero smantellato le loro armi offensive a Cuba per riportarle in patria, sotto verifica dell’ONU, in cambio di una dichiarazione pubblica da parte americana di non tentare di invadere nuovamente l’isola. In segreto, invece, gli Stati Uniti avrebbero anche acconsentito a smantellare tutti i PGM-19 Jupiter, di loro fabbricazione, schierati in Italia, Turchia e Gran Bretagna.

La fine dell’incubo

Quando tutti i missili offensivi e i bombardieri leggeri Ilyushin Il-28 vennero ritirati da Cuba, il blocco terminò. I negoziati tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica misero in evidenza la necessità di una rapida, chiara e diretta linea di comunicazione riservata e dedicata tra Washington e Mosca. Di conseguenza, venne realizzata la cosiddetta linea rossa Mosca-Washington. Successivamente, una serie di ulteriori accordi ridusse le tensioni tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica per diversi anni.