Sono giorni di appuntamenti nell’agenda personale di Papa Francesco, che questa mattino ha ricevuto una delegazione composta da trecento ragazze e ragazzi giunti dal Belgio. L’occasione per esprimere ancora una volta la speranza che le generazioni future sappiamo fare tesoro degli errori del presente e del passato:

Come ben sapete, stiamo attraversando momenti difficili per l’umanità, situazioni di grande pericolo. Pertanto vi dico: siate artigiani di pace, ambasciatori di pace, affinché il mondo riscopra la bellezza dell’amore, del vivere insieme, della fraternità, e della solidarietà

Papa Francesco avvisa i giovani in Vaticano: “Fede strumento per combattere le crisi”

L’altro augurio di Papa Francesco è che i giovani mantengano viva la loro fede e portino avanti l’eredità cristiana e il messaggio di Cristo Gesù in mezzo alle sfide del quotidiano.

Momenti difficili fatti di paura, difficoltà, ferite e limiti che condurranno inevitabilmente a crisi e difficoltà:

Non abbiate paura di accettare la vostra fragilità e la vostra debolezza con umiltà, affidatevi al Signore che è amico fedele su cui poter sempre contare. Solo in questo modo si riesce ad avere una visione innovativa e diversa sul mondo e a trovare le risposte che cercate. Non c’è bisogno di essere dei supereroi nella vita, basta essere persone sincere, vere e libere

I giovani devono dunque essere portatori di una “sete vera e autentica” all’interno della Chiesa e costruire la comunità cristiana del futuro con gioia contagiosa. Il messaggio viene poi ribadito in un secondo momento:

Non abbiate paura, siate creativi e fantasiosi. So che siete generosi, pieni di entusiasmo e pronti a conquistare il mondo. Non fatevi distrarre dalle cose banali della vita, concentratevi sull’essenziale

Ma fondamentale nel percorso di crescita sarà il dialogo con le generazioni precedenti. Fonte di consigli e testimoni del passato, per conservare quei tratti e formare il carattere e la tempra per il futuro.

Essere all’altezza nelle sfide del domani, anche se molto dipenderà dall’eredità che le generazioni attuali lasceranno in dote. Poi un ultimo pensiero finale verso i giovani più discriminati: migranti, rifugiati, soli e abbandonati.