Al via la seconda giornata di lavori al summit di Praga in preparazione al Consiglio Europeo, i cui temi vengono anticipati dal discorso introduttivo di Ursula Von der Leyen, presidente di Commissione:

Ora è il momento di discutere come limitare i picchi nei prezzi dell’energia e la speculazione operata dalla Russia. La seconda cosa importante da discutere è il level playing field, ovvero la normalizzazione delle regole di accesso al mercato unico, poi la piattaforma RePower sull’energia rinnovabile. Voglio sottolineare il fatto che oggi non verranno assunte decisioni, essendo un Consiglio informale, ma l’obiettivo è arrivare più preparati e pronti al Consiglio del 20 ottobre a Bruxelles.

Von der Leyen a Praga, Ucraina e energia rimangono temi caldi

Von der Leyen non ha accennato al dossier Ucraina che rimane ovviamente attuale alla conferenza di apertura del secondo giorno di lavori al castello della capitale ceca.

Tema su cui invece sono tornati diversi leader europei a cominciare dal presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola:

L’Ucraina ha bisogno di armi pesanti e di carri armati che gli Stati membri possono fornire sin da subito. Dal momento che la Russia ha messo in campo una nuova escalation rendendo la guerra più estrema allora anche noi dobbiamo rispondere in maniera proporzionale

Linea seguita anche dal padrone di casa, il premier ceco Petr Fiala:

Dobbiamo trovare il modo di aiutare l’Ucraina sia economicamente che sul piano militare, ricordandoci che non combatte solo per sé stessa ma anche per la sicurezza di tutto il nostro continente. Abbiamo promesso un aiuto finanziario di 9 miliardi di euro che non è stato ancora completamente approvato, il nostro supporto a Kiev deve rimanere costante.

Il conflitto ha poi cambiato le posizioni geopolitiche di alcuni Stati, tra cui la Finlandia di Sanna Marin:

L’unica via d’uscita in questo conflitto è che la Russia abbandoni immediatamente i territori ucraini

Obiettivo soluzione condivisa

Poi c’è la questione dell’energia, del price cap al gas e di una divisione interna che riemerge. Il presidente del Consiglio Ue Charles Michel mantiene sempre un tono molto diplomatico:

La crisi energetica è una sfida molto importante e delicata. Al momento stiamo affrontando tre grandi questioni: come ridurre ulteriormente la domanda, come agire sui prezzi delle forniture e come calmierare le bollette per famiglie e imprese. Una volta trovate le risposte allora la nostra economia potrà tornare a essere in pieno sviluppo, ma bisogna fare presto.

In rappresentanza delle economie più piccole del Vecchio Continente si segnalano le parole di Lussemburgo ed Estonia:

Il price cap non è l’unico tema centrale, perché una sua introduzione sarebbe vana senza alcuna importazione di energia. Bisogna essere cauti e ragionare sulle possibili conseguenze, l’importante rimane prendere una decisione congiunta, qualunque essa sia

Xavier Bettel, primo ministro Lussemburgo

Secondo il principio economico di base, una diminuzione dell’offerta provoca un abbassamento della domanda, altrimenti si sprecano grosse somme di denaro per coprire lo scarto. Serve un ragionamento a lungo termine, non è corretto che i Paesi più grandi “droghino” il mercato interno

Kaja Kallas, primo ministro Estonia