Nuova rivolta in carcere in Ecuador. Questa notte (ore italiane, nel pomeriggio ore ecuadoregne), almeno 15 detenuti sono morti e 20 rimasti feriti. La situazione nelle carceri ecuadoregne è tragica da anni. Negli ultimi due anni, oltre 400 detenuti sono morti a causa delle rivolte. Diversi detenuti si sono rifugiati sul tetto dell’edificio per cercare di evitare i problemi registrati all’interno.

Ecuador, morti detenuti: Rivolta in carcere, ma cos’è successo?

I media locali hanno riferito che la rivolta è scoppiata mentre i detenuti del carcere stavano partecipando al censimento per raccogliere i dati sulla popolazione carceraria del Paese.

Sono intervenuti sul posto la polizia, i vigili del fuoco e squadre di supporto alle forze armate. I media hanno affermato che le autorità si sono messi al lavoro per cercare di identificare i deceduti, tra i quali, pare ci sia un famigerato capo di una banda di narcotrafficanti: Leandro Norero, la notizia sta rimbalzando da diverse ore velocemente sui social.

Questa non è certamente la prima, ma è l’ennesima tragedia che si verifica nelle carceri dell’Ecuador. Questa volta, vede come luogo dell’accaduto, il carcere di Latacunga, una delle più grandi prigioni dell’Ecuador.

Il National Comprehensive Care Service (SNA), l’istituto che controlla i penitenziari ecuadoregni, ha riferito che durante le perquisizioni effettuate dalla polizia dopo gli scontri, sono stati ritrovati diversi tipi di armi da fuoco, inclusi i fucili, oltre a coltelli e grandi quantità di proiettili. A proposito di proiettili non molto fa alcuni poliziotti corrotti sono stati arrestati proprio per aver tentato di far entrare i bussolotti dentro un carcere, l’episodio risale ad appena un anno fa.

Ecuador, morti detenuti: il problema della violenza nelle carceri ecuadoregne

Si riscontra dal 2021 che le violenze nelle carceri sono cresciute in modo esponenziale: più di 400 detenuti sono morti dal febbraio del 2021 negli scontri tra bande rivali che si contendono il controllo dei centri carcerari.

Il presidente di Stato, Guillermo Lasso, ha affermato che la violenza è causata dalla solita guerra tra le bande per avere il controllo del territorio e delle rotte del traffico di droga.

Le carceri ecuadoregne sono sovraffollate: da i dati ufficiali, ci sono circa 34.000 persone nelle carceri, dunque pressa poco il 12% oltre la capacità massima. riguardo questa condizione è intervenuta spesso la Commissione interamericana per i diritti umani affermando che l’Ecuador non ha una politica globale per il suo sistema carcerario e che i detenuti devono sopportare condizioni di sovraffollamento e pericolose.

Perchè l’infiltrazione della criminalità nei penitenziari

Il mercato della droga ha sicuramente indotto il processo di scontri e violenza nelle carceri dell’Ecuador. Negli ultimi due/tre anni l’Ecuador è passato dall’avere un sistema carcerario con livelli di violenza medi all’essere un perfetto testimone oculare dei peggiori omicidi avvenuti nei propri carceri.

La crescente azione criminale si è avuto grazie alla cocaina, nel senso che più di un terzo della sostanza stupefacente colombiana passa attraverso l’Ecuador che funge da porto di smistamento per raggiungere i mercati dell’Europa e degli Stati Uniti.

Inevitabilmente tutto ciò ha portato le bande criminali del paese a cercare di impossessarsi delle rotte del traffico di droga. Vi è stato anche un rapido aumento di traffico di armi, così come una serie di omicidi in stile di esecuzione: morti nelle strade ed elevata quantità di droga sequestrata dalla polizia.

Ovviamente questa situazione si ripercuote anche nelle carceri: non è altro che una risultante della lotta tra i leader delle bande contendenti.

Il rapporto che impressiona

Le strutture carcerarie sono inadeguate e lo dicono i numeri: il sovraffollamento denunciato più e più volte dalla Commissione interamericana per i diritti umani e soprattutto la sproporzione del rapporto tra guardie e detenuti. Una guardia ogni 27 detenuti rappresenta sicuramente un deficit badiale di controllo nelle carceri dovuto alle responsabilità del ministero della difesa.