Pagamento in contanti: argomento molto discusso soprattutto negli ultimi tempi a seguito della legge che obbliga gli esercenti a possedere il Pos all’interno dei propri esercizi commerciali. La legge in realtà prevede già da qualche anno l’obbligo per esercenti e professionisti di accettare i pagamenti con Pos (quindi con carta di credito o bancomat), ma non c’erano sanzioni per coloro che non rispettano tale norma: da giugno scorso abbiamo assistito invece ad un cambio di rotta con le prime multe che sono state fatte a chi ancora non aveva un pos o peggio ancora, fingeva di non averlo o che fosse rotto. C’è una catena di pasticcerie di Milano che invece non ha visto proprio alcun problema nel rispettare questa legge e che anzi, ha deciso di accettare solo pagamenti con carta di credito, bancomat o satispay nei propri negozi: è la catena Baunilla gestita da Vittorio Borgia e suo fratello, i quali hanno detto no al pagamento in contanti.

Vittorio Borgia è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus nella trasmissione “Che Musica Maestro!” con Arianna Caramanti e Lele Martinelli per spiegare le ragioni di questa scelta che in molti hanno reputato bizzarra.

Il motivo della scelta Cashless

Pasticcerie Baunilla pagamento Pos: la decisione del titolare, Vittorio Borgia.

“Si paga sia col Pos ma anche con Satispay. La scelta la stavo covando da qualche mese e abbiamo deciso di attuarla dal primo settembre di quest’anno per una serie di motivi: il primo è per una questione di sicurezza infatti abbiamo avuto parecchi furti negli ultimi mesi e quindi, per tutelare anche i nostri ragazzi e per limitare le perdite, abbiamo deciso di accettare solo pagamenti in questo modo ed evitare così di tenere i contanti in cassa. Se un malintenzionato dovesse venire in negozio, ad oggi potrebbe soltanto portarsi via i dolci e null’altro. Il secondo motivo riguarda una questione di gestione: avendo quattro punti vendita la gestione quotidiana del contante diventava più impegnativa e in ultimo ho voluto dare un segnale a tutti coloro che reputano i commercianti degli evasori; non tutti sono così! Ovviamente se un commerciante decide di utilizzare anche il contante ciò non vuol dire che sia un evasore: se si è onesti lo si è anche utilizzando i cash!”

La reazione dei clienti

“Da quando abbiamo adottato solo questo tipo di pagamento non abbiamo avuto alcun tipo di reazione da parte dei nostri clienti: la reazione del mondo reale è stata più che positiva, abbiamo ricevuto molti complimenti e la clientela si è dimostrata soddisfatta; qualche giorno fa un signore di settant’anni ha pagato nel nostro negozio con l’orologio senza batter ciglio, questo ci ha fatto capire che stiamo facendo qualcosa di buono. Di contro però si è mosso un gran polverone nel mondo virtuale, ovvero nei social, con molte persone che ci si sono scagliate contro attaccandoci e dicendoci che siamo dei complottisti e supini al sistema… Tra l’altro molta gente che ci da addosso non è nemmeno di Milano e non è mai entrata in uno dei nostri punti vendita!”

I costi di commissione

“Molte persone si sono arrabbiate sui social verso questa nostra scelta no cash lamentando il fatto di dover pagare di più un prodotto in questo modo: ecco, vorrei sfatare questo falso mito perché i costi per i clienti sono esattamente gli stessi. Le nostre spese invece possono variare chiaramente a seconda della banca e dei vari costi di commissione ma facendo due calcoli aziendali abbiamo notato una convenienza in termini anche di sicurezza: come dicevo prima abbiamo subìto talmente tanti furti ultimamente che sarebbe ben più rischioso e svantaggioso possedere dei contanti in cassa rispetto alla decisione di pagare le commissioni del Pos. Non voglio alcun rischio e soprattutto voglio tutelare i miei dipendenti!”