In Giappone si è celebrato il funerale della discordia, molti leader si sono ritrovati a Tokyo per i funerali di Stato dell’ex premier giapponese Shinzo Abe. A molti appare eccessivo e troppo costoso, contestata la enorme spesa di 11 milioni di euro, che secondo chi protesta è un enorme spreco di denaro pubblico: da qui la contrarietà alle esequie di Stato per l’ex premier Shinzo Abe.

Ma c’entra anche la storia di Abe, infatti pesano i legami familiari del politico assassinato a luglio con la controversa Chiesa dell’Unificazione. Il Partito Costituzionale Democratico, il più grande dell’opposizioni, ha fatto sapere che i suoi deputati non parteciperanno all’evento.

Nello stato nipponico i funerali di stato sono una pratica poco frequente, tant’è che sono riservati solo ai membri della famiglia imperiale. La prima e unica volta che vennero celebrati per un politico dopo la Seconda guerra mondiale risale al 1967: si fecero per Yoshida Shigeru, primo ministro per sette anni tra il 1946 e il 1954 e negoziatore della fine dell’occupazione americana.

Erano presenti circa 700 rappresentanti di Paesi stranieri e organizzazioni internazionali e anche tanti manifestanti. Le esequie sono cominciate dopo le 14:00 ora locale (alle 07:00 in Italia) presso il padiglione Nippon Budokan a Tokyo dove era stata trasferita l’urna con le ceneri di Abe a cui la famiglia ha già riservato i funerali privati lo scorso 12 luglio.

Shinzo Abe funerali di Stato: i motivi della discordia

Shinzo Abe, funerali di Stato: nonostante sia stato il primo ministro nipponico più longevo, in questi giorni e anche nella mattinata più di metà della popolazione del Giappone ha mostrato contrarietà ai funerali di stato per Abe. Oltre che ai costi, ci sono altri due fattori:

Il primo fattore è legato al fatto che Abe per molto tempo s’impegnò per far sì che il Giappone tornasse ad avere un esercito.

Il secondo fattore è rappresentato dal suo legame con la Chiesa dell’unificazione, un gruppo religioso diffuso soprattutto negli Stati Uniti e in Asia orientale che ha milioni di membri e che da molti è considerato piuttosto simile a una setta.

La questione militare e quella religiosa

Per gran parte dei suoi due mandati, Abe cercò di cambiare l’articolo 9 della Costituzione giapponese, che proibisce al paese di avere un esercito. Il militarismo è uno degli obiettivi principali dei conservatori e dei nazionalisti giapponesi, ma anche oggetto di controverse.

Gran parte dell’opinione pubblica non intende dimenticare la storia: le due città di Hiroshima e Nagasaki colpite dall’arma più potente al mondo: la bomba atomica. Da qui la contrarietà alle armi e il militarismo.

Nel 2014 Abe per raggirare il tema “reinterpretò” l’articolo 9 dicendo che permette al Giappone di inviare delle truppe a difesa di un paese alleato che subisce un attacco. Ma non era la prima volta, in precedenza lo aveva aggirato con la creazione del cosiddetto Jieitai: forze armate di autodifesa, che però formalmente si comportano come un esercito.

Per quanto riguarda la questione militare, le persone che protestano accusano Shinzo Abe di aver spinto il paese a partecipare nuovamente a conflitti armati, peraltro trascurando la posizione dei giapponesi sul tema.

I protestanti avrebbe voluto un referendum per cambiare la Costituzione. Tanto erano convinti che Shinzo Abe non ce l’avrebbe fatta a spuntarla sul tema. E invece no, nessun referendum è stato indetto, anche da qui la contrarietà ai funerali di stato.

L’altra ragione di opposizione al funerale di stato riguarda invece la Chiesa dell’unificazione, che Abe sosteneva pur non essendone un seguace (lui era shintoista).

Tra l’organizzazione religiosa e il Partito Liberal Democratico, il partito di Abe, ci sono legami che vanno che ci riportano indietro di decenni: Nobusuke Kishi, il nonno di Abe che fu primo ministro del Giappone nella seconda metà del Novecento, sostenne la Chiesa come strumento della lotta anticomunista, e Abe partecipò a eventi pubblici della Chiesa.

In merito alla questione religiosa, tra i protestanti c’è sostiene che la Chiesa dell’unificazione abbia comportamenti e pratiche simili a quelli di una setta, e che moltissimi suoi adepti siano stati spinti a fare donazioni eccessive e siano caduti in povertà, questo atteggiamento fu sempre malvisto.

Tra gli adepti, la madre dell’assassino di Abe. Tetsuya Yamgami ha rivelato alla polizia che sua madre aveva fatto esose donazioni in denaro a favore della chiesa e aveva dunque accusato i sostenitori politici della Chiesa (tra questi anche Abe) di aver impoverito la propria famiglia. Ecco spiegato il motivo che ha indotto l’uomo a commettere l’omicidio.