Olivia Wilde ha attaccato la stampa per la bad press su Don’t Worry Darling, accusandola di “maschilismo”.

Olivia Wilde e il maschilismo della stampa: “Sono invidiosa dei miei colleghi uomini”

È una Olivia Wilde decisamente agguerrita quella che si scaglia contro la stampa, colpevole, a suo dire, di aver preso di mira il suo ultimo film Don’t Worry Darling, bersagliandolo con una serie di articoli che si sono concentrati più sul gossip che non sui temi affrontati dalla pellicola.

Il trailer di Don’t Worry Darling.

Per mesi, infatti, si sono susseguiti report e approfondimenti relativi alla complessa lavorazione della pellicola, che avrebbe visto la Wilde accusata di scarsa professionalità dalla sua protagonista Florence Pugh, a causa di presunte e ripetute assenze dal set. Inoltre, nemmeno la presentazione alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è stata risparmiata da questo tipo di ‘bad press’, concentrata per giorni a cercare di capire se Harry Styles avesse o meno sputato al co-protagonista Chris Pine nel corso della proiezione ufficiale.
Per la Wilde, tutto questo ha a che vedere con l’atteggiamento maschilista della stampa, come ha sottolineato in una recente intervista.

“La stampa si comporta sempre in maniera diversa con i miei film, rispetto a quelli dei miei colleghi maschi. Voglio dire, sono invidiosa dei registi uomini che sembrano vivere le loro vite senza tutti i giudizi che devo sopportare io? Sì, ogni volta che ci penso mi dico che dev’essere carino essere un tizio che riceve applausi qualunque cosa faccia. Certo, sono preparata a tutto questo. La regia cinematografica è un settore dominato dagli uomini da tanto tempo. Non ci sono molte registe donne, e non per mancanza di talento ma di opportunità, perché là fuori ci sono tantissime giovani registe di talento“.

Il rammarico per le critiche dalle colleghe donne e il ruolo di Internet

L’attrice e regista ha, però, confessato che a darle maggior tristezza sono le critiche ricevute dalle colleghe donne, dichiarando che si sarebbe semplicemente aspettata maggiore solidarietà. “Non potremmo semplicemente concederci il beneficio del dubbio e guardarci le spalle a vicenda?”, si domanda la Wilde, che poi sottolinea quanto tutto questo sia alimentato anche dalla rete Internet, un mondo dal quale lei cerca di tenersi il più possibile a distanza.

“Il mio lavoro è là fuori, ma io e i miei figli siamo vivi e questo è quello che mi fa andare avanti. Lo ricordo a me stessa ogni singolo giorno. Mi tengo alla larga dai social media perché si tratta di una battaglia persa. Mi concentro sulle cose reali – i miei amici, le cose che mi rendono felice, le persone che amo e che mi vogliono bene – e in questo modo riesco ad andare avanti. Quando leggo certe cose su Internet, penso subito che potrebbe andare molto peggio ma che invece siamo vivi e stiamo bene e quindi tutto si sistemerà per il meglio”.

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