Il giorno più lungo. Quello di una catastrofe quasi annunciata. Quello delle riflessioni, dei pensieri e, in un certo senso, dell’addio. Il 26% di Fratelli d’Italia, la schiacciante vittoria della Meloni, l’avanzata della destra e la sconfitta del centro sinistra e soprattutto del Pd è dipinta tutta sul volto di Enrico Letta. Gli si legge in faccia, negli occhi, nei movimenti e quando parla. Prima del voto e anche dopo.

E’ stata una notte tremenda. Al Nazareno, la sede del quartier generale del Pd, dove Letta e i suoi più stretti collaboratori fino all’ultimo momento hanno deciso se era il caso di uscire e parlare, ma alla fine è stato deciso di attuare il silenzio. Un silenzio assenso di una debacle storica che resterà per sempre scolpita nelle pagine della sinistra italiana. Non ha dormito, non ha chiuso occhio il segretario Dem. Invece di andare a letto e provare a dormirci su, ha passato quello che era rimasto della notte del voto appena trascorsa fino all’alba ha ripercorso in pochi istanti tutta la campagna elettorale per cercare di capire dove ha sbagliato.

Ci credeva tanto nel suo modo di essere aggressivo e di far capire alla gente quanto fosse pericolosa la destra e la Meloni, ma ha sortito l’effetto contrario. Un boomerang che gli costerà caro. Enrico era appena rientrato da Parigi (dove era rimasto per due anni e mezzo lontano da tutto e da tutti) lo scorso marzo per rimettere le cose a posto nel Pd, ma ancora una volta ha sbagliato strategia ed effetto, come accadde anni fa quando poi Renzi prese il suo posto come segretario con il famodo “Enrico stai sereno”.

Gli italiani hanno scelto in modo chiaro e netto, si deve rispettare e io allo stesso tempo ho fatto le mie riflessioni, tanto che in primavera aprirò il Congresso e non mi ricandiderò. E’ giusto che si facciano avanti altri“, le parole di Enrico Letta. Frasi amare e dettate da una cocente delusione. Il segretario del Pd Enrico Letta, dalla sede del Nazareno, il giorno dopo la sconfitta, ha tenuto una conferenza stampa dopo la pubblicazione dei risultati elettorali del voto del 25 settembre.

Gli sconfitti. Letta: “Giorno triste per l’Italia e per l’Europa”

“Gli italiani hanno scelto la destra, è stata una scelta chiara” ha dichiarato Letta in apertura della conferenza. E ha aggiunto:

La tendenza emersa due settimane fa in Svezia viene confermata anche in Italia. E’ un giorno triste per l’Italia e per l’Europa. Ci aspettano giorni duri. Faremo opposizione dura e intransigente. Ci siamo battuti in tutti i modi per evitare questo esito. Il Partito democratico è la prima forza di opposizione nel parlamento e nel Paese. Abbiamo tentato che la legislatura arrivasse alla fine, ma se siamo arrivati al governo Meloni, è stato perché Conte ha fatto cadere il governo Draghi. Abbiamo fatto tutto il possibile.

“Questa legislatura sarà quella più a destra degli ultimi tempi”

“Il primo obiettivo era mantenere vivo il partito e questo è stato raggiunto” ha detto Letta. E ha chiarito:

Il partito democratico si rivela ancora una comunità viva, è la principale forza di opposizione, per questo lavorerà per costruire in prospettiva quello che non è stato possibile questa volta. L’unico modo era il campo largo, l’abbiamo persistito in tutti i modi, ma alcuni interlocutori si sono sfilati. Quindi la coalizione larga non è stata possibile, ma non per colpa nostra. Questa legislatura sarà quella più a destra degli ultimi tempi, dunque il nostro secondo obiettivo invece non è stato raggiunto.

In merito al prossimo congresso, ha dichiarato:

Sarà di profonda riflessione. In ottemperanza all’Istituto, penso si debba fare il prima possibile. Mi occuperò di accompagnare in maniera neutrale il partito a questo congresso, a cui non mi ripresenterò come candidato. Non ne sarò il protagonista, ma mi auguro che sia di grande profondità, per capire chi è il Partito Democratico e cosa vuole costruire.

“Sono sempre stato per il dialogo”

Il segretario del Partito Democratico ha concluso così il suo discorso in conferenza stampa:

Con questa destra, chi verrà dopo di me dovrà lavorare per un lavoro che dia una alternativa alla maggioranza degli italiani. Non sono mai stato per la autosufficienza, non sono mai stato per l’isolamento, sono sempre stato per il dialogo. Sia per fare opposizione che per costruire l’alternativa: avremo delle elezioni in primavera e dovremo andare con uno schema che non dia campo libero alla destra. Gli elettori hanno detto la loro e spero che da oggi in poi si possa costruire questa alternativa.