La decisione dell’Arizona per quanto riguarda l’aborto ha destato molto scalpore nella Casa Bianca: la giudice Kellie Johnson, infatti, ha abolito un’ingiunzione che aveva bloccato l’applicazione della legge – emanata nel 1864 – che impedisce l’interruzione di gravidanza in tutti i casi, tranne quello in cui la vita della donna è a rischio. Da Washington arrivano messaggi di denuncia contro la decisione dello stato dell’Arizona.

Aborto in Arizona, la Casa Bianca: “Così si torna indietro di 100 anni”

La giudice Kellie Johnson con una sentenza ha ripristinato il divieto all’aborto che risale al 1864: questa legge impedisce l’accesso all’interruzione di gravidanza dopo la 15esima settimana anche se in caso di esigenze sanitarie critiche, stupri e incesto. Inoltre è prevista la detenzione in carcere fino a cinque anni per chi dovesse aiutare una donna ad abortire. L’unico caso in cui è concessa l’interruzione di gravidanza è se la vita della donna è a rischio.

La decisione dell’Arizona sull’aborto che ha lasciato parecchio sgomento nella Casa Bianca, come si evince dalle parole della portavoce Karine Jean-Pierre:

“Le potenziali conseguenze sono catastrofiche, pericolose e inaccettabili. Riporterà le donne dell’Arizona indietro di più di un secolo, a prima che l’Arizona fosse addirittura uno Stato”

La decisione arriva a poche ore dall’evento di Washington in cui era intervenuto il presidente Joe Biden in vista delle elezioni di Mid-Term, dove aveva così parlato in merito della sentenza Roe vs. Wade, annullata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti:

“Datemi due senatori in più e trasformeremo in legge la sentenza Roe della Corte suprema sull’aborto, quella che il 22 gennaio 1973 aveva riconosciuto il diritto costituzionale della donna di porre termine alla gravidanza. I repubblicani Maga non sanno assolutamente nulla delle donne americane”