Il Tribunale di Trieste ha azzerato la procedura dei licenziamenti collettivi da parte di Wartsila, l’azienda finlandese che si occupa della generazione di sistemi d’energia per le centrali elettriche. Disposto anche il risarcimento di 150.000 euro a Fim, Fiom e Uilm per un comportamento antisindacale.

Grande soddisfazione e apprezzamento per la sentenza odierna del Giudice del lavoro di Trieste che non solo riconosce la condotta antisindacale, sostenuta anche dalla Regione, ma ottiene il risultato più importante, ovvero quella di annullare la procedura dei licenziamenti avviata da Wartsila. È quanto espresso, in sintesi, dall’assessore regionale al Lavoro del Friuli Venezia Giulia Alessia Rosolen, in merito all’accoglimento del ricorso avanzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil di Trieste.

“La sentenza del Tribunale di Trieste che ha riconosciuto la condotta antisindacale di Wartsila è un importante risultato per tutti i lavoratori. L’annullamento della procedura di licenziamento deve indurre la multinazionale a rivedere le sue posizioni e le strategie di delocalizzazione. Ora questa decisione giudiziaria ci deve consentire di aprire un serio e vero confronto, senza avere un “contatore” che gira”. È il commento in una nota di Michele Paliani, coordinatore nazionale Uilm-Uil per la cantieristica navale, dopo l’azzeramento della procedura di licenziamento per 451 metalmeccanici del sito Wartsila di Trieste.

“Uno a zero e palla al centro”, aggiunge il segretario Uilm di Trieste, Antonio Rodà, che auspica che “l’azienda ora convochi le parti per spiegare i propri problemi e trovare insieme ai lavoratori una via per mantenere l’attività produttiva del sito di Bagnoli della Rosandra di Trieste. “Se invece vorrà insistere su una nuova procedura per la cessazione della produzione, dovrà comunque convocarci, rispettando gli obblighi procedurali, ma questa volta abbiamo un periodo di confronto di 180 giorni, non più di 60”, conclude.

Wartsila Trieste licenziamenti: le parole dei segretari Fiom e Cgil

Sulla decisione del giudice del Lavoro si è espresso, in una nota congiunta, anche Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom-Cgil e Marco Relli, segretario della Fiom di Trieste che hanno detto:

“Una sentenza esemplare che condanna la multinazionale per non aver adempiuto agli obblighi di informazione previsti dal Ccnl e dagli accordi aziendali. Il Tribunale ha disposto anche la revoca della procedura di licenziamento collettivo e il risarcimento di 150.000 euro alle organizzazioni sindacali, Fim, Fiom, Uilm, per danno alla reputazione”.

Un risultato straordinario, continuano gli esponenti Fiom, “per le lavoratrici e i lavoratori di Wartsila, diretti e degli appalti impegnati da oltre due mesi, con la lotta e la mobilitazione, a contrastare lo scempio che Wartsila intendeva mettere in atto nei confronti di tutta la comunità triestina”.

La sentenza arriva dopo la grande mobilitazione messa in campo da Fim, Fiom, Uilm insieme ai lavoratori di Wartisila lo scorso 3 Settembre, e dopo l’intervento del Governo di modifica della legge n.234 del 2021 sulle delocalizzazioni. Ora, dopo la sentenza, si legge nella nota, “bisogna rilanciare subito l’attività industriale e l’occupazione a Trieste, la città e il territorio non possono permettersi di perdere questo importante presidio industriale”.

“Non garantiti informazioni e confronto con le parti”

“Quando si prospettano decisioni aziendali con un impatto negativo pesante su produzione e lavoro, vanno garantiti preventivamente un’adeguata informazione ed un effettivo confronto con le parti sociali”. È quanto è invece mancato nel caso di Wartsila, dove le parti sociali e le Istituzioni sono state messe di fronte al fatto compiuto “con il pretesto di un ossequio formale a dati normativi”, commenta in una nota il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, alla notizia dell’accoglimento del ricorso di Fiom, Fim e Uilm.

“L’auspicio è che Wartsila colga il senso della pronuncia e avvii un’interlocuzione effettiva sulle prospettive industriali e occupazionali dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra”, conclude il governatore.

Soddisfazione e cauto ottimismo dal presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, dopo la sentenza del giudice del Lavoro del Tribunale di Trieste che ha detto:

“Verrebbe da dire “giustizia è fatta”, l’Italia non è un terreno di conquista ma un Paese che tutela il lavoro e promuove lo sviluppo. Ora il dialogo prosegua con le giuste basi e le opportune prospettive di salvaguardia per l’occupazione e per l’economia nazionale e territoriale”.

L’accoglimento del ricorso proposto dai sindacati per Zanin “è la conferma di un’azione impostata male e sviluppata peggio dalla Wartsila. Indubbiamente va considerata come base fondamentale per una corretta soluzione della questione in corso ma, parallelamente, è anche una pietra miliare nella giurisprudenza che deve regolare i comportamenti delle multinazionali in Italia”