Giuseppe Conte lancia il rush finale del M5s per allestire le basi di quella che, per sua stessa ammissione, dovrà essere la “sorpresa delle prossime elezioni politiche”. Terminato il bisticcio a distanza con Matteo Renzi, il leader pentastellato ribadisce la corsa in solitaria del partito in vista di possibili alleanze governative.

Elezioni, Conte attacca il centrodestra sul Pnrr

Come ai vecchi tempi il M5s è tornato a correre individualmente alle elezioni, guidato dall’autorevole figura di Giuseppe Conte che ha saputo compattare il Movimento a costo di perdere alcune frange storiche del partito. Nelle sue ultime uscite pubbliche, l’ex premier ha ribadito la totale inconciliabilità tra le posizioni pentastellate e quelle degli avversari politici:

L’idea di democrazia che hanno Meloni e Salvini li rende inidonei a governare. Se fosse stato per Meloni e Salvini avrei persino dovuto rinunciare ai soldi del Pnrr. Dopo due anni però, ora che i soldi ci sono pretendono di gestirli quando per loro erano solo un cappio, una truffa dell’Ue per l’Italia 

Giuseppe Conte, leader M5s

Tocca poi al Pd e a Di Maio:

Come ho già detto altre volte, con questo gruppo dirigente non ci sediamo neppure a un tavolo con il Pd per mancanza di fiducia. A Di Maio non auguriamo certo il male, anzi, però è altrettanto vero che c’è stata una fortissima delusione per il modo con cui ha rinnegato battaglie e principi storici.

Quanto alle larghe intese in senso più ampio:

Un nuovo governo di unità nazionale non ritengo sia la soluzione migliore per il Paese. Tutti bramano e il potere e alla fine non si riesce a dare una giusta direzione Anche i singoli partiti possono avere un progetto politico forte, noi abbiamo tutte le carte in regola. Gli elettori hanno bisogno di chiarezza. Le larghe intese non vanno bene. Succede che non si riesce a perseguire un indirizzo chiaro di politica economica. Abbiamo bisogno di un progetto forte, noi lo abbiamo. Ci candidiamo per realizzarlo per i cittadini, con cuore e coraggio. Le larghe intese per noi non sono una prospettiva accettabile

Il commento sul premio attribuito a Draghi

Da premier dimissionario a ex-premier, Conte non dice “no” a un terzo mandato ma comunica che questa non è certo la sua priorità. Al tempo stesso, gli unici numeri che osserva non sono quelli post-elezioni ma quelli di raggiungimento del programma elettorale:

Non basta un buon curriculum per governare un’emergenza energetica come questa. Siamo felici che Draghi goda di questo prestigio internazionale, ma in Italia viviamo una situazione oggettiva di stallo, c’è stato un rinvio di soluzioni che dovevano arrivare a marzo, non c’è stata risposta. Gli interessi degli italiani vengono prima delle singole persone al comando

Abbiamo avanzato richieste politiche, espresso il nostro disagio, definito le nostre priorità in nove punti concreti. Ma Draghi non ha voluto nemmeno affrontarlo, senza darci una risposta. Si è comportato in modo molto arrogante e si è rifiutato di discutere

Giuseppe Conte su Draghi

Insomma, la “battaglia” verso le elezioni è apertissima e l’impressione è che sarà molto difficile trovare la chiave per un governo equilibrato.