Chiara di Susanna Nicchiarelli è l’ultimo film italiano in concorso a Venezia 79. La regista torna al lido e lo fa dopo il trionfale esordio ad Orizzonti con Nico 1982 e dopo il secondo capitolo Miss Marx per quella che lei stessa ha definito una “trilogia involontaria di figure femminili”. Il suo Chiara, dedicato alla vita della Santa spesso meno considerata rispetto a San Francesco, permette a Susanna Nicchiarelli di parlare di tematiche sociali come l’ingiustizia e l’iniquità a lei molto care. L’opera è audace rispetto alle pellicole precedenti della regista, a partire dalla lingua dei protagonisti sino alle sequenze cantate.

Con Chiara Susanna Nicchiarelli non vuole soltanto rendere omaggio alla santa, ma soprattutto proporre al pubblico una femminista ante-litteram, più vicina a una diciottenne degli anni Settanta che a una religiosa del XIII secolo. Una pellicola resa ancor più realistica nei suoi riferimenti storici e religiosi dalla consulenza della storica medioevale Chiara Frugoni, scomparsa lo scorso aprile e a cui la regista ha voluto dedicare l’opera. Nell’arco di circa 15 anni, il film circoscrive la quasi interezza del racconto alla chiesa di San Damiano, dove Chiara coltiva la propria vocazione. Il monastero è il mondo della giovane che sembra quasi osteggiata dalla Chiesa e dai prelati perché rischia di mettere in ombra le figure maschili, ma viene vista con grande ammirazione dalle donne con il film che si fa portavoce di un messaggio di sorellanza moderno.

Io credo che il messaggio di Chiara e la contemporaneità della sua storia, sia molto forte perché quella di Chiara e di Francesco è una scelta politica radicale, di critica ad una società ingiusta com’era quella di allora e, com’è quella di oggi, dove la differenza tra chi ha tutto e chi non ha niente era enorme”, spiega Susanna Nicchiarelli all’incontro di presentazione del film “Chiara e Francesco si mettono dalla parte degli ultimi e scelgono la povertà, decidono di costruire una comunità che non ha rapporti gerarchici, di potere. Quindi il messaggio è profondamente rivoluzionario. Ho ancora davanti agli occhi l’immagine di quando ho visto per la prima volta Fratello Sole, Sorella Luna e Francesco si spogliava davanti al Papa. Per me Francesco è quella cosa. Sicuramente l’immagine di Chiara diventa anche un’immagine femminista per un motivo molto preciso, perché lei voleva fare quello che ha fatto Francesco ma non le è stato permesso”.

In Chiara Susanna Nicchiarelli ha fatto una scelta linguistica e di messa in scena molto precisa, anche ispirata da uno dei più grandi classici teatrali di sempre: “l Cantico delle Creature è la prima cosa che si studia a scuola in letteratura italiana. Francesco mette per iscritto una lingua che era solo orale. Con l’aiuto di una professoressa di storia della lingua italiana della Sapienza, abbiamo ricostruito un italiano francescano di allora. È generalmente comprensibile ma su quelle scene dove forse si poteva avere qualche problema, abbiamo messo dei sottotitoli e per quanto riguarda le altre lingue del film, c’è il francese perché Francesco si chiamava così proprio perché era un appassionato della Francia e della lingua. Parlava spesso in francese e gli piacevano molto le chanson de geste dell’amor cortese. Le musiche che ho scelto, sulle quali i personaggi danzano e cantano, vengono da un manoscritto di Montpellier dell’epoca. Ho lavorato con l’Anonima Frottolisti, che sono un ensemble di musica antica di Assisi conosciuti in tutto il mondo. Sono canzoni laiche d’amore e mi piaceva che fossero cantate in francese da Andrea, che è bravissimo. Mentre scrivevo mi dicevo che i personaggi dovevano mettersi a ballare, a cantare perché per me era un po’ un Jesus Christ Superstar. Volevo raccontare quella gioia”.

Una dedica della regista a Chiara Frugoni, la storica medioevale scomparsa che ha svolto il ruolo di consulente nel film: “Ha dedicato la sua vita allo studio di Francesco e di Chiara. Ultimamente aveva scritto una cosa sulle donne nel Medioevo, sulle paure medievali. Io ho scoperto Chiara attraverso i libri di Chiara Frugoni perché in realtà esiste una storiografia ufficiale dove questa figura è molto più addomesticata. Viene raccontata come una ragazza dedita fin da bambina alla preghiera, molto lontana dalla figura reale ed è evidente, anche semplicemente leggendo il processo di canonizzazione, leggendo le testimonianze. Nel processo di canonizzazione, Chiara voleva fare qualcosa di diverso ma in qualche modo la Chiesa ha addomesticato questa figura nei secoli successivi, come è normale che sia. Chiara Frugoni ha tirato fuori la vera Chiara e il vero Francesco“.

Susanna Nicchiarelli ha puntato tutto sulla rappresentazione di una Chiara molto umana, a portata di umanità: “Quando diventi un’icona, diventi qualcosa che gli altri vedono. Questo spaventa anche perché poi è una cosa che alla fine ti allontana tanto dalla gente. Con Margherita abbiamo riflettuto molto su questo, sulla distanza che creava. Ovviamente una Chiara che vuole stare in mezzo alla gente ha paura della lontananza che creano i miracoli”.

Margherita Mazzucco, da Amica Geniale a Santa: “Lei voleva solo stare con le genti ed aiutarle”

La protagonista del film è Margherita Mazzucco, che il pubblico ha imparato ad amare nella serie Rai L’Amica Geniale nei panni di Lenù: “ Io il personaggio di Chiara non lo conoscevo bene, conoscevo quello di Francesco tramite la scuola e quando mi è arrivata la sceneggiatura l’ho divorata, la storia mi piaceva tantissimo. L’aspetto secondo me più bello di Chiara è il fatto che lei non voleva diventare santa, lei voleva solamente spogliarsi, anche letteralmente, della nobiltà per stare con le genti, per stare con le persone, con i poveri, per aiutare le sue sorelle”, poi sottolinea anche la fragilità di questa giovane donna “Lei è un personaggio molto forte, ha un grande carisma ed è questo che l’ha portata a perseguire questo progetto però, allo stesso tempo, è anche molto fragile.  La parte più difficile è stata proprio calarsi nei panni di Chiara però in realtà noi abbiamo voluto mettere in scena una ragazza di 18 anni molto semplice ma molto moderna”.

Andrea Carpenzano è stato invece scelto per interpretare San Francesco, una grande sfida per questo giovane attore lanciato nel grande cinema da Il Campione: “Io ho conosciuto Francesco perché me l’ha raccontato Susanna. Io non sapevo niente ma mi ha stupito. Ci sono sempre questi personaggi che ritornano nella storia, questi giovani, che vogliono fare una sorta di rivoluzione con le loro idee. Chiara, forse più di Francesco perché lui ad un certo punto si deve un po’ adattare. Chiara invece continua”, poi spiega qual è stata la prima cosa che ha fatto una volta ottenuto il ruolo “La prima cosa che ho fatto è stato andare ad Assisi con Susanna per vedere le storie di Giotto, di San Francesco. E io mi ricordo di essere rimasto dieci minuti davanti all’affresco, quello con San Francesco e Santa Chiara che spiega tanto il loro rapporto. Io sono partito da quello”.

La data di uscita per Chiara di Susanna Nicchiarelli non è stata ancora stabilita, ma siamo certi che sarà uno dei titoli di punta di Rai Cinema come confermato anche a Venezia 79 da Paolo Del Brocco.