Monaco 1972. Nel corso dei Giochi Olimpici estivi, che si tengono per la prima volta in Germania dopo quelli del 1936, undici atleti israeliani vengono uccisi da un commando di terroristi palestinesi di Settembre Nero: è la cosiddetta “strage di Monaco”. Ora, dopo lunghi negoziati, il governo tedesco ha annunciato il raggiungimento di un accordo di risarcimento con le famiglie delle vittime. La cifra ufficiale non è ancora stata resa nota, anche se molti giornali parlano di 28 milioni. Qualunque sia l’entità del versamento, la Germania potrà così chiudere, almeno in parte, questa dolorosa ferita.

Monaco 1972: cos’è successo

È l’alba del 5 settembre del 1972 quando, nel corso dei Giochi Olimpici estivi di Monaco, otto terroristi palestinesi, aiutati inconsapevolmente da alcuni atleti canadesi, scavalcano la rete di recinzione del villaggio olimpico e, senza essere notati, irrompono nella palazzina numero 31, dove si trova la delegazione israeliana. A morire per primo è Moshe Weimberg, l’allenatore della squadra di lotta che, passando per caso, cerca di fermarli e viene colpito. La seconda vittima è il pesista Yossef Romano, accorso in aiuto dell’allenatore; sono due gli atleti che, nel caos, riescono a fuggire e dare l’allarme, mentre nove persone restano in mano ai terroristi, che chiedono immediatamente il rilascio di 234 fedayin (guerriglieri palestinesi) detenuti a Tel Aviv e di due terroristi della RAF (un gruppo terroristico palestinese di estrema sinistra) recentemente catturati e in carcere in Germania. Il rapimento viene presto rivendicato dall’organizzazione Settembre Nero. Le trattative tedesche sono lente e disordinate; poi, alle dieci di sera, due elicotteri trasportano gli ostaggi e i terroristi all’aeroporto di Fürstenfeldbruck, a circa 20 km da Monaco, da dove sarebbero dovuti salire su un aereo diretti in Medio Oriente. Ma ad attenderli c’è la polizia tedesca. Inizia così una violenta sparatoria: muoiono cinque degli otto terroristi, i nove atleti israeliani, il pilota di uno degli elicotteri e un poliziotto tedesco. La notizia della strage, durata soli otto minuti, cattura l’attenzione mediatica internazionale, provocando sgomento e indignazione, ma non la cancellazione dei Giochi che, dopo alcuni giorni di stop, proseguono come se nulla fosse accaduto.

Ora Berlino risarcirà le famiglie delle vittime

A ridosso del 50esimo anniversario della strage, il governo tedesco ha ora annunciato di aver trovato un accordo per il risarcimento delle famiglie delle vittime. La cifra ufficiale non è ancora stata resa nota, anche se molti giornali parlano di 28 milioni, di cui 22,5 milioni sarebbero a carico del governo federale, 5 milioni a carico della Baviera e 500mila euro della città di Monaco. L’accordo è stato raggiunto dopo una lunga disputa, legata al fatto che i familiari delle vittime ritenevano che il governo tedesco avesse offerto una cifra troppo bassa (inizialmente si parlava di 10 milioni di euro) e che non si fosse mai pienamente assunto le proprie responsabilità per i fatti del 1972. Per questo, pochi giorni fa, i familiari avevano minacciato di boicottare la cerimonia di commemorazione del massacro prevista per lunedì 5 settembre. Oltre alla riparazione economica, l’accordo prevede, scrive la Dpa, agenzia di stampa tedesca, “la rivalutazione degli eventi da parte di una commissione di storici tedeschi e israeliani, la divulgazione di documenti in conformità con la legge, l’assunzione di responsabilità”. Mentre il Presidente dello Stato d’Israele, Isaac Herzog, ci ha tenuto a ringraziare il governo tedesco e tutti gli enti che si sono prodigati per raggiungere il risultato, queste le parole del Presidente della Repubblica Federale Tedesca, Frank-Walter Steinmeier:

Il mio pensiero va alle famiglie in lutto. Sono grato e sollevato che sia stata trovata una soluzione che apra le porte a una commemorazione congiunta.