È successo in uno dei siti archeologici più frequentati d’Italia, quello di Pompei: una coppia gay sarebbe stata presa di mira con frasi omofobe da un addetto agli ingressi. Comportamento inaccettabile per le associazioni, che hanno ora denunciato l’accaduto alla Sovrintendenza, sperando in provvedimenti adeguati.

Frasi omofobe nei confronti di una coppia gay a Pompei

Ci siamo trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato, sentendoci profondamente offesi. Nella nostra visita al Parco archeologico di Pompei, due addetti si sono parlati e uno ha annunciato all’altro l’arrivo imminente della nave dei “ricchioni”, alludendo a un gruppo di turisti provenienti da una crociera gay friendly. Lo abbiamo trovato inappropriato e intollerabile.

Così racconta G., 33 anni, in visita tra le rovine di Pompei insieme al suo compagno negli scorsi giorni, quando un dipendente del Parco, probabilmente un addetto agli ingressi, munito anche di distintivo di riconoscimento, avrebbe deciso di offenderli con una frase “fortemente discriminatoria”. E prosegue:

Ho detto a quella persona, che aveva in bella mostra un tesserino identificativo che lo qualificava come staff del Parco, che la sua frase mi offendeva e, in generale, che non è tollerabile un commento del genere in un sito culturale gestito dal Ministero, per di più da parte di un uomo che ho individuato come parte dello staff. Come ha reagito? Ha provato a rispondermi che quella parola nel dialetto napoletano non ha accezione negativa. Ma allora, gli ho chiesto, perché avere l’esigenza di specificare l’orientamento sessuale dei turisti in arrivo?

A denunciare l’accaduto, l’associazione Pride Vesuvio Rainbow, che si è subito attivata per ottenere un incontro con la Sovrintendenza del Parco Archeologico di Pompei per confrontarsi sull’accaduto e cercare di far adottare provvedimenti e misure adeguati nei confronti del dipendente ed evitare che comportamenti del genere possano ripetersi in futuro. “L’episodio – sottolineano gli attivisti – ci spinge a sollecitare la Regione Campania nel porre a pieno regime la legge regionale contro l’omotransfobia, a partire dalla costituzione dell’Osservatorio regionale contro i crimini d’odio legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere, previsto dalla legge e non ancora operativo”.

Sull’accaduto anche Antonello Sannino, segretario di Antinoo Arcigay Napoli

Sull’accaduto si è pronunciato anche Antonello Sannino, segretario di Antinoo Arcigay Napoli, che su Facebook ha parlato di “ennesima segnalazione di ordinaria omofobia” e di “volgare e immotivata offesa omofobica”. Solo dello scorso luglio era la bufera social scatenata dalle dichiarazioni omofobe del titolare della storica pizzeria Dal Presidente di Napoli. “Non è accettabile – ha spiegato Sannino – che in un luogo simbolo dell’arte e della cultura italiana nel mondo, il parco archeologico dell’antica città di Pompei, un dipendente possa comportarsi in questo modo incivile e non professionale”.

Cosa prevede la legge regionale contro l’omotransfobia approvata dalla Campania

È stata approvata nel 2020, la legge regionale contro l’omotransfobia della Regione Campania, pensata con lo scopo di contrastare le violenze e le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Il testo è composto da 13 articoli e prevede l’istituzione di un Osservatorio regionale che possa raccogliere i dati e monitorare i fenomeni  legati alla violenza e alle discriminazioni, collaborando con enti, organismi e associazioni per prevenire e contrastare i fenomeni oggetto della legge. “Una storica vittoria”, aveva commentato proprio Antonello Sannino, “per tutti e per tutte le nostre associazioni”, che però sembra ancora non essere entrata a pieno regime, come accaduti del genere di quelli di Pompei dimostrano.