Quentin Tarantino ha definito François Truffaut “un dilettante”, con un giudizio che non mancherà di scatenare dibattiti tra i cinefili.

Quentin Tarantino considera François Truffaut “un dilettante appassionato ma maldestro”

La passione e la conoscenza enciclopedica del cinema da parte di Quentin Tarantino sono ben note. Altrettanto riconosciuta è la schiettezza con cui il regista esprime le sue opinioni su pellicole e autori che hanno fatto la storia della Settima Arte. Una sincerità figlia del suo fanatismo che adesso trova un nuovo sfogo nel podcast dal titolo The Video Archives, condotto insieme all’amico Roger Avary, in cui Tarantino parla di film e registi del passato.
Se in occasione di un episodio di qualche settimana fa, il regista aveva potuto esprimere tutto il suo entusiasmo per Lo Squalo di Steven Spielberg, definendolo “il miglior film commerciale di sempre”, ora riserva un trattamento decisamente diverso nei confronti di un’altra leggenda del cinema mondiale, François Truffaut, da lui fortemente criticato mentre stava discutendo dei film di Claude Chabrol.

I thriller diretti da Chabrol sono nettamente superiori di quelli di Truffaut-Hitchcock, che penso siano semplicemente orribili. Confesso di non essere un fan di Truffaut, anche se ci sono delle eccezioni e la principale è Adele H – Una storia d’amore. Ma, in generale, provo per Truffaut gli stessi sentimenti che provo per Ed Wood. Penso che sia un dilettante molto appassionato ma maldestro“.

Un giudizio anticipato dal romanzo di C’era una volta a… Hollywood

Sebbene qualcuno giudicherà quasi ‘sacrilega’ l’opinione espressa in questi termini da Tarantino, in realtà essa non rappresenta una grossa sorpresa. Che il regista non apprezzasse particolarmente il lavoro di uno dei padri fondatori della Nouvelle Vague era già evidente dalla lettura del romanzo da lui scritto su C’era una volta a… Hollywood.
In quelle pagine si legge di una reazione molto negativa da parte del personaggio di Cliff Booth ― lo stuntman cinefilo interpretato da Brad Pitt nella pellicola ― nei confronti di due pellicole considerate da molti due capolavori nella filmografia dell’autore francese: I 400 colpi e Jules e Jim. Nel libro, Tarantino spiega che Booth non era stato ‘preso’ da quei due film: il primo, si legge, lo aveva lasciato “freddo”, non riuscendo a capire il motivo per cui il ragazzino protagonista si comportasse in quel modo, mentre aveva giudicato “una lagna” i personaggi passivo-aggressivi del secondo.

Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, su Radio Cusano Campus.