Secondo quanto riportano i quotidiani locali, è iniziata in Libia l’operazione “Grande Pesca” ordinata dal presidente eletto Fathi Bashagha per sovvertire il potere attualmente in mano ad Abdel Hamid Dbeibah, il premier riconosciuto dall’Onu.

Libia, tra le diatribe dei premier la gente comune paga il prezzo più alto

Riprendono le violenze e gli scontri in Libia, con gli indizi che suggeriscono l’effettivo incipit della cosiddetta “Operazione Grande Pesca” fortemente voluta dal premier eletto Fathi Bashagha. I media locali, che forniscono ricostruzioni dissimili e contrastanti, parlano di morti e feriti civili durante gli scontri tra le milizie dell’Esercito fedeli ai due capi di governo. Tra le vittime anche Mustafa Baraka, il più grande esponente di satira politica di Tripoli.

Per il momento ogni tentativo di cessazione delle ostilità sarà vano data la risolutezza e la determinazione delle forze ribelli. Già questa mattina si intuiva che il Piano dell’opposizione sarebbe stato eseguito:

I gruppi armati fedeli a Fathi Bashagha stanno lasciando Misurata e si dirigono verso Tripoli: è probabile che il convoglio si scontri con le forze sul fianco orientale

Fonti riconducibili al Libya Update

Rivendicazione poi ufficializzata dallo stesso Bashagha:

È iniziata nelle prime ore di oggi nella città di Tripoli una limitata operazione militare per porre fine al commando che sostiene il governo uscente, strenuamente attaccato al potere. L’Operazione “Grande Pesca” sarà limitata, minuziosa e completata in breve tempo secondo regole militari professionali. Il governo libico, annunciando a tutti i figli del suo popolo la buona notizia della fine dell’era del gruppo della corruzione, valorizza gli sforzi dei figli dell’esercito nazionale e dei capi militari che conducono lotte cariche d’onore

Fathi Bashagha, premier parallelo

La notizia trova l’immediata condanna delle Nazioni Unite:

L’Onu esprime profonda preoccupazione per gli scontri armati in corso in Libia, compresi i bombardamenti indiscriminati nei quartieri popolati da civili a Tripoli, che secondo quanto riferito, hanno causato vittime e danni alle strutture, inclusi gli ospedali

Nota dell’Unsmil, associazione libica vicina all’Onu