Continua senza sosta la Guerra in Ucraina e i due schieramenti cambiano piuttosto l frequentemente le carte in tavola. L’ultima novità arriva dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Russia Dmitry Medvedev che sottolinea come l’adesione dell’Ucraina alla NATO non sia più il problema più importante per garantire la sicurezza russa.

“Il rifiuto di partecipare all’Alleanza del Nord Atlantico è ora una condizione necessaria, ma non sufficiente per raggiungere la pace. È necessario elaborare proprio queste garanzie. Non appena le garanzie saranno elaborate, stipulate in un accordo, sigillato da tutte le parti, allora avremo già una condizione sufficiente per interrompere l’operazione. Ovviamente, quando i suoi obiettivi saranno raggiunti”, le sue parole riportate all’agenzia TASS che non lasciano dubbi sottolineando come grazie all’operazione speciale della Guerra in Ucraina si sta evitando un nuovo conflitto mondiale. 

L’ex presidente ed ex primo ministro russo ha poi spiegato che non è un obiettivo di Mosca l’eliminazione di Zelensky: “Non c’è alcuna prova di iniziative simili. Sono storie false. Senza alcun dubbio non ce ne fidiamo perché è una persona senza esperienza, che dipende dalle decisioni prese da altri paesi ed è sotto l’influenza di sostanze psicotrope. Ma cosa ci possiamo fare? I cittadini ucraini hanno eletto lui. E sta cercando comunque di svolgere le funzioni di presidente del Paese e comandante delle forze armate e in questo intento resta al suo posto”. La Russia quindi non punterebbe all’eliminazione degli avversari politici, una chiara frecciata al leader ucraino accusato di aver ordinato ai servizi segreti l’uccisione della Dugina.

Medvedev ha anche poi toccato l’argomento della crisi energetica dell’Occidente, sottolineando come spetti all’Europa dare qualcosa in cambio della “riapertura” dei rubinetti: “Siamo pronti a fornire gas nei volumi che sono stati contrattati già ora. Tuttavia, questo dipenderà sicuramente dalla posizione dei Paesi occidentali ed europei. Se i pagamenti saranno vietati o se la consegna delle turbine riparate o il lancio del NordStream 2 saranno fermati, allora le forniture non saranno probabilmente nei volumi che si aspettano. Queste sono le conseguenze della guerra delle sanzioni scatenata dall’Occidente”.