Intelligenza artificiale sentimento estetico, il possibile legame. Una ricerca dell’Università di Ferrara ha rivelato come l’intelligenza artificiale potrebbe arrivare a valutare il nostro sentimento estetico.

Intelligenza artificiale sentimento estetico, il possibile legame

L’intelligenza artificiale potrebbe arrivare a valutare il nostro sentimento estetico. È il risultato dello studio presentato all’ultima Conferenza internazionale IWINAC 2022 (International Work-Conference on the Interplay Between Natural and Artificial Computation) dall’Università di Ferrara. La ricerca si basa sui dati raccolti durante la sperimentazione NevArt – Neuroestetica della Visione dell’Arte coordinata da Sante Mazzacane del Laboratorio Interdipartimentale CIAS, analizzati dal laboratorio Applied Computational Logic and Artificial Intelligence (ACLAI) del Dipartimento di Matematica e Informatica di Unife.

La ricerca

Alle persone sono stati applicati set di sensori per il rilevamento di elettrocardiogramma e elettroencefalogramma, per misurare la conduttività elettrica della pelle e il tracciamento oculare. “Analizzando il primo set di dati abbiamo osservato che determinati tracciati fisiologici possono indicare il livello di apprezzamento di un’opera d’arte, deducendolo o correlandolo allo stato fisiologico dell’individuo. Ciò significa che, in linea teorica, potrebbe essere possibile costruire e programmare uno strumento, peraltro con componentistica relativamente economica e di facile impiego, in grado di valutare se un’opera d’arte è apprezzata da un soggetto, senza che il soggetto si esprima in merito, oppure in grado di valutare l’affidabilità di ciò che il soggetto dichiara”, spiegano Guido Sciavicco, responsabile del laboratorio ACLAI, e Sante Mazzacane del CIAS.
I pattern estratti hanno mostrato un’affidabilità media vicina al 70 per cento, con una variabilità relativamente bassa, fattori che indicano una buona ripetibilità dell’esperimento. I medesimi pattern, in forma di formule logiche, hanno poi permesso di stabilire le relazioni temporali tra le diverse fasi delle onde cerebrali che, in questa prima approssimazione, sembrano indicare l’apprezzamento dello stimolo visivo”, argomenta Sciavicco.

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