Il 2022 climatico dell’Italia passerà alla storia come il più eterogeneo ed estremo tra incendi, ghiacciai che si sciolgono e precipitazioni di forte intensità. Il quadro dettagliato sul clima in Italia è tracciato da Legambiente, secondo cui siamo a tutti gli effetti davanti a un cambiamento climatico sostanziale.

Legambiente, il report 2022 sul cambiamento climatico

132 eventi climatici estremi, è questo il numero diffuso nel report di Legambiente a certificare il segnale del cambiamento climatico in corso. Mai infatti si era raggiunta tale soglia con ancora più di quattro mesi in calendario, oltre 1.300 dal 2010 a oggi secondo l’Osservatorio Città-Clima promosso dall’Associazione.

Studiando la loro ripartizione, 673 sono riconducibili ad allagamento dovuti a piogge intense, 367 a trombe d’aria, 123 alle esondazioni dei fiumi, 63 alle violenti grandinate, 55 alla siccità e altrettanti alle frane. Molto più ridotti gli eventi atmosferici legati a ondate di calore (17). L’obiettivo della fotografia sul presente climatico è di sottolineare come l’argomento debba essere affrontato maggiormente all’interno della campagna elettorale in corso, come ribadì qualche settimana fa il fisico Nobel Giorgio Parisi. Inoltre, si invita a rivedere il Piano Clima risalente al 2018 e a ragionare non più nell’ottica di fronteggiare le emergenze ma di strutturare politiche e intervenuti risolutivi.

Il 2022 in fatto di eventi climatici estremi è da codice rosso. Chi si candida a governare il paese per la prossima legislatura dovrebbe esplicitare quali soluzioni vuole mettere in campo per fronteggiare la crisi climatica, una delle principali emergenze planetarie che rischia di mettere in ginocchio l’intero Pianeta. Senza interventi immediati rischiamo sia un disastroso impatto sociale ed economico, oltre che ambientale, sia lo spreco di risorse del Pnrr.

Stefano Ciafani, presidente di Legambiente

Infine, di nuovo l’invito alla classe dirigente (futura e non solo) ad intervenire in maniera tempestiva, sebbene la situazione sia già oltremodo grave:

Se non si interviene al più presto rischiamo nei prossimi anni sia un disastroso impatto sociale ed economico, oltre che ambientale, sia di sprecare anche le risorse del Pnrr. Servono cambiamenti strutturali, politiche innovative, investimenti in tecnologie pulite e un piano nazionale di adattamento al clima non più rimandabili. Senza dimenticare che va aggiornato anche il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) ai nuovi obiettivi europei di riduzione di gas climalteranti del RepowerEU, va applicato un taglio radicale dei tempi di autorizzazione dei nuovi impianti a fonti rinnovabili e va prevista una procedura semplificata per il rinnovo e il potenziamento di quelli esistenti.

Il caso dei ghiacciai

Intanto Legambiente lancia l’allarme per quanto riguarda i ghiacciai all’interno dell’iniziativa denominata “Carovana dei Ghiacciai” che è partita dalle Valle d’Aosta.

Mentre il maltempo si abbatte sul Paese con una forza inaudita sui ghiacciai si consuma una tragedia più lenta e per questo meno percepibile, ma altrettanto preoccupante. Si osservano perdite di massa e di volume di ghiaccio inimmaginabili, non si può pensare di uscire da questa emergenza con gli schemi del passato. Bisogna invece partire studiando i cicli idrologici dove i ghiacciai intervengono con contributi non indifferenti, soprattutto nella stagione estiva.

Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente